13 Settembre 2025
06:33
Ravetti: “Stiamo andando verso la logistica povera, avremo solo capannoni e fotovoltaico”
ALESSANDRIA – La logistica ad Alessandria e provincia è una opportunità ma occorre valutare anche con trasparenza alcuni limiti che porta con sé. Lo ha detto il Vicepresidente del Consiglio regionale, Domenico Ravetti, in un suo intervento a Volpedo all’interno della manifestazione “Il cammino dei lavoratori”. Nella sua riflessione l’esponente del Partito Democratico ha ripercorso i vantaggi di questa esplosione di infrastrutture e capannoni ma indica il futuro rischioso per l’Alessandrino. Il timore è di una logistica povera con stipendi più bassi rispetto ad altri settori e un territorio pieno di capannoni e pannelli fotovoltaici, fondamentalmente spolpata.
I benefici di quel settore per il territorio sono evidenti, ha spiegato, “siamo il retroporto naturale dei porti liguri sul corridoio Reno-Alpi che punta a raggiungere Rotterdam, al centro del triangolo industriale Milano-Torino-Genova, con un reticolo autostradale fitto a cui si aggiunge l’imminente completamento dei lavori del Terzo Valico con sviluppi significativi per Tortona e Novi Ligure, oltre agli investimenti per lo scalo ferroviario di Alessandria“. A tutto questo si aggiunge poi l’incremento dell’occupazione grazie ai nuovi insediamenti. Rimangono però molti nodi che devono essere affrontati in chiave futura, ha puntualizzato Ravetti, a cominciare dalla questione della logistica “scollegata dal trasporto ferroviario, che ha già invaso la nostra provincia. Un’invasione avvenuta nell’assenza di vincoli più stringenti sulla programmazione urbanistica intercomunale, che ha provocato sul territorio un consumo elevatissimo di suolo agricolo, oltre ad aumentare considerevolmente il traffico “su gomma” con questioni irrisolte circa l’inquinamento e il deterioramento delle strade. E la costruzione di capannoni non è ancora terminata”.
Ravetti poi invita a valutare la situazione delle persone coinvolte in questo ambito. “Se incrociamo i dati di Istat, Inps, Unioncamere e Piemonte Lavoro, vediamo che nel 2024 in provincia di Alessandria nella logistica il 31% degli occupati non ha titoli di studio (tra loro il 24% ha tra i 15 e i 29 anni), il 41% ha frequentato le scuole elementari o ha conseguito la licenzia media – svela Ravetti. Solo il settore delle costruzioni ha una percentuale più alta di bassa scolarizzazione e nessun settore produttivo ha una percentuale più bassa di laureati. Servono lavoratori poco qualificati perché in provincia di Alessandria si è insediata una “logistica povera”, privata del valore aggiunto del manifatturiero; una logistica che mediamente offre salari più bassi rispetto ad altri settori. D’altro canto, se la scelta del percorso internazionale del trasporto delle merci dipende esclusivamente dai costi e dai tempi, e i lavoratori non qualificati rappresentano un costo e non un valore dato dalle loro abilità, il territorio che ospita la “logistica povera” non può certamente vivere nel benessere. Non ci voleva tanto a prevedere che sarebbe finita così: la questione vera è che qualcuno ha proprio voluto che finisse così. In attesa di uno sviluppo concreto attorno ai poli ferroviari, uno sviluppo a cui tutti vorremmo dare il nostro sostegno, basterebbe evitare la continua narrazione trionfalistica fatta solo di “chiari”. E magari qualche legge più intelligente, che ci permetta di non consegnare ai nostri figli una provincia più povera piena di capannoni e pannelli fotovoltaici.