20 Settembre 2025
15:07
Bonus Vesta. La riflessione di Fontefrancesco: “Quando il gioco si fa veloce solo ricchi e città riescono a giocare?”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – È durato appena mezz’ora il “click day” per il voucher Vesta, il bonus regionale destinato alle famiglie piemontesi con figli da 0 a 6 anni. Allo scoccare della mezzanotte migliaia di persone si sono collegate al portale vestapiemonte.it, ma già dopo 25 minuti le risorse risultavano esaurite. Le opposizioni in Consiglio regionale, da Alleanza Verdi Sinistra al Movimento 5 Stelle, hanno criticato duramente le modalità di accesso al contributoe sono ora pronte a chiedere spiegazioni all’assessore Marrone e al presidente Cirio.
Sul tema interviene anche Michele F. Fontefrancesco che dà una lettura alessandrina della vicenda. Per il professore associato di antropologia culturale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, anche ex sindaco di Lu e attento osservatore delle dinamiche sociali ed economiche locali, il click day si è trasformato in una “lotteria digitale” in cui hanno contato più la velocità di connessione e le competenze informatiche che il reale bisogno delle famiglie. Un meccanismo che, sottolinea, penalizza in modo particolare province come quella di Alessandria, caratterizzate da popolazione anziana, spopolamento e carenze infrastrutturali.
Di seguito la lettera di Michele F. Fontefrancesco inviata alla redazione di Radio Gold.
“Un altro giorno, un altro click day. Dal fatidico bando dei “6.000 campanili” del 2013, questi rituali telematici sono diventati una strana bestia della pubblica amministrazione: tutti sanno che sono controproducenti ma puntualmente vengono implementati sperando che rapidità di procedura equivalga a bontà dell’impatto… per poi doversi ricredere. Il bonus Vesta della Regione Piemonte ha seguito la stessa strada: a mezzanotte di stamane, migliaia di genitori si sono contesi un contributo per i figli, in un ‘gioco’ in cui la velocità di connessione e la dimestichezza con il web hanno contato più della reale esigenza.
Questo meccanismo, poco più di una lotteria digitale, trova un terreno di profonda iniquità in una provincia come Alessandria. Qui, il problema tanto della necessità del supporto alle famiglie quanto delle difficoltà infrastrutturali legate all’accesso alla rete non sono questioni astratte, ma dati di realtà. Viviamo in un territorio caratterizzato da un elevato indice di vecchiaia, lo spopolamento delle aree interne è realtà contingente che parte dall’abbandono dei più giovani e dalla difficoltà economica e logistica per le famiglie di rimanere sui territori godendo di opportunità e servizi, i servizi alle persona e ai più giovani si vedono concentrati unicamente nelle aree urbane maggiori poiché nei territori di margine non trovano le condizioni economiche per sopravvive e, a coronamento di tutto, viviamo con una popolazione non particolarmente avvezza alle acrobazie digitali necessarie per sopravvivere al ‘gioco’ di questa notte a fronte di reti di connessioni più lente di quelle urbane e con tempi di latenza molto più rilevanti. Con questi handicap le famiglie alessandrine sono state chiamate a partecipare a quello che è già stato chiamato dalla stampa lo “Squid Game” della natalità, in un contesto in cui la logica del “chi prima arriva, meglio alloggia” ignora completamente la fragilità dei territori che avrebbero, invece, bisogno di un welfare mirato e non di una gara ad ostacoli, perché di gara ad ostacoli per tutti è stata.
Il bonus Vesta della Regione Piemonte si è rivolto subito ad un pubblico ampio (le famiglie con ISEE fino a 40.000 euro) che si può stimare copra quasi l’interità delle 150.000 nascite degli ultimi sei anni, a fronte della possibilità di finanziare meno di 10.000 interventi, considerando un contributo medio di 1.000 euro. È evidente che si apriva una chiara competizione e avrebbe vinto chi arrivava primo, ergo chi aveva una connessione più performante e la capacità tecnica di destreggiarsi tra SPIDD e piattaforme. Non è ancora stato comunicato il dato dei beneficiari della nostra provincia, ma guardando al nostro territorio emerge chiaramente il peso della frattura digitale che attraversa la provincia. Per chi vive nelle vaste aree rurali e appenniniche, il “click day” non è una gara ad armi pari. Come accennavo prima, in molti comuni, la connessione internet si affida a tecnologie meno performanti, con velocità ridotte e un fastidioso lagging che rende impossibile competere con chi naviga tramite fibra ottica dai centri urbani. Si crea così un paradosso crudele: proprio le famiglie che vivono in zone più isolate e con meno servizi, e che quindiavrebbero più bisogno di sostegno, sono le prime a essere escluse a causa di un’infrastruttura carente.
Da qui emerge il profilo di una doppia doppia marginalizzazione: L’intera provincia di Alessandria viene marginalizzata rispetto alle aree metropolitane più infrastrutturate come quella torinese. I suoi cittadini partono strutturalmente svantaggiati in una competizione regionale che finisce per premiare, ancora una volta, i territori più forti e connessi. Allo stesso tempo, le aree rurali vengono marginalizzate all‘interno della nostra provincia facendo così che essere genitore di un piccolo comune della Val Borbera o del Monferrato voglia dire di per se avere minori probabilità di successo (per non dire irrisorie) rispetto a un residente del centro di Alessandria.
Son più di dieci anni che si ripete “mai più un click day”. Rieccoci e facendo due conti non si può non pensare che una strategia come questa finisca solamente per acuire le disuguaglianze interne, rendendo i centri urbani provinciali ancora più attrattivi e le campagne sempre più periferiche. Tutto ciò, quando parliamo di futuro e famiglie, a discapito dei più giovani e delle nostre comunità.
Guardando al futuro, mi permetto di suggerire di puntare su un’altra strada; attraverso graduatorie ponderate che considerino l’ISEE ed eventualmente premialità territorialità laddove, come nelle zone montane, è più complesso restare e vedervi un futuro per i più piccoli. L’esperienza, perfettibile ma concreta, delle assegnazioni delle docenze nell’ultimo biennio testimonia come sia possibile costruire sistemi di calcolo capaci di gestire una pluralità di variabili e una moltitudine di domande in tempi brevi e con limitati errori. Permetteteci di confidare che un welfare adatto alle esigenze reali della società piemontese e dei suoi territori fragili, tra questi l’alessandrino, sia possibile e possa essere a breve realtà”.