Il Teatro comunale riaperto per una notte e le 2 incredibili coincidenze
ALESSANDRIA – Una passerella di legno dove riescono a passare solo due persone affiancate poi quella maniglia della porta a vetri torna ad aprirsi e il Teatro comunale spalanca i suoi spazi. Il chiacchiericcio delle persone sedute in attesa dello spettacolo dell’Ottobre alessandrino cancella anni di silenzio e avvicina i giorni in cui il Foyer era l’anticamera del teatro ad Alessandria.
Lunedì sera il colossale polo culturale della città è tornato a vivere. Il tempo di un film in bianco e nero musicato dal vivo in mezzo a pareti ancora nude, pavimenti ruvidi di cemento. Sopra un soffitto che fa intravedere l’eleganza che merita un posto del genere. Una luce rossa riscalda un ambiente ancora gocciolante freddo e spiega anche le ferite ancora aperte di una struttura finita in un inferno per errori folli. Passeggiare e sedere nel foyer sarebbe stato già un grande regalo ma gelide luci che abbaiano da una porta resa minuscola dai volumi imponenti del teatro sono un’attrazione troppo grande. E così si entra nella sala grande. Spoglia, cruda, ma ancora orgogliosa. Immensa e gigantesca si affaccia su un palco dove ogni persona è minuscola. Le poltroncine e il loro caldo velluto rosso ancora non ci sono ma lo spazio è quello, e le orecchie lasciano affiorare ricordi di applausi che sembravano onde d’oceano. Una volta sul palco bisogna impegnare il collo per portare gli occhi al soffitto irraggiungibile. Il teatro comunale di Alessandria è ancora uno scheletro ma non è più un ammasso sconfitto. I cittadini che lunedì sono entrati in quella struttura è come se si fossero ritrovati davanti il vecchio fidanzato delle medie: un amore bruciante impossibile da dimenticare e che il tempo non può portare via. Un’occasione anche, ha puntualizzato il sindaco, Giorgio Abonante, per ricordare una figura emblematica della struttura, Anna Tripodi. Nuccio Lodato, storica figura del teatro, d’altronde, in chiusura di serata, ha spiegato come il caso non sia caos e tutto abbia un senso. Lodato ha infatti ricordato due incredibili circostanze. La prima è che nell’autunno del 1976 si entrò nel teatro comunale e allora “si presentò agli occhi di tutti esattamente come appare adesso“. La seconda è che l’ultima edizione di Ring, chiuse nell’Auditorium della proloco San Giovanni al Cristo dopo la contaminazione da amianto del teatro che poi non riaprì più. In quella occasione la pianista Silvia Belfiore musicò al pianoforte proprio il film “L’uomo con la macchina da presa” di Dziga Vertov, lunedì sera musicato dal vivo da Paolo Spaccamonti e Stefano Pilia. Chissà che non sia davvero il nuovo inizio.