30 Ottobre 2025
05:30
L’arte trafugata e l’indifferenza che ruba la nostra storia
ALESSANDRIA – Mesi fa, quando è stato definito il calendario dell’Ottobre Alessandrino, nessuno poteva immaginare che il tema scelto per una delle serate del mese dedicato al cinema sarebbe diventato così di stretta attualità. Dopo il clamoroso furto al Louvre di Parigi, la proiezione a Palatium Vetus del docufilm “Threads of Heritage” di Brian Parodi ha aperto una riflessione urgente e necessaria.
Nel suo lavoro, il giovane regista scava nel mondo del traffico illecito d’arte, ricostruendo “in chiave crime” uno dei casi più emblematici degli ultimi decenni: le vicende che legarono il mercante d’arte Giacomo Medici – definito nel film “il punto di riferimento dei tombaroli di Cerveteri e Vulci” – al collezionista Robert Emanuel Hecht e a Marion True, curatrice del Getty Museum di Los Angeles.
Attraverso testimonianze, materiali d’archivio e una narrazione dallo sguardo quasi investigativo, Parodi mette in luce le trame di un mercato oscuro che trasforma la storia e la cultura in semplice merce. Ma il film racconta anche l’impegno quotidiano di chi lavora per ricomporre ciò che l’avidità disperde: dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) alla Brigada de Patrimonio Histórico della Polizia spagnola, mostrando come le nuove tecnologie e l’Intelligenza Artificiale stiano diventando un’arma sempre più decisiva contro il traffico illecito di beni culturali.
Durante l’incontro, moderato da Alessio Re, segretario generale della Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, si è aperta una riflessione più ampia sulle strategie di tutela del patrimonio. Tra i relatori, il colonnello Silvio Mele, già alla guida del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino e oggi al Comando del Reparto Operativo dei Carabinieri di Alessandria. Impegnato per anni in missioni in Italia e all’estero per contrastare l’esportazione clandestina di opere d’arte, Mele ha raccolto la sua esperienza nel libro “La protezione del patrimonio culturale dalle aggressioni criminali”.
“Le norme ci sono – ha spiegato – ma prima di tutto serve capire il valore di ciò che custodiamo. In questo ha fallito anche il Louvre, lasciando preziosi gioielli accanto a una finestra”. Secondo Mele, l’annunciato arresto di due dei presunti autori del furto non basterà a recuperare gli oggetti rubati: “Sono troppo preziosi per avere un mercato. Li abbiamo persi per sempre: verranno venduti a pezzi. Certo, le pietre sono di grande valore ma mai quanto il bene culturale che rappresentavano”.
Nonostante le nuove tecnologie permettano oggi di tracciare e recuperare molte opere trafugate, un reperto strappato al suo contesto originario perde la sua storia. “Non c’è un vero disvalore sociale per questi reati – ha osservato Mele – e manca una reale consapevolezza del danno provocato dagli scavi clandestini o dal traffico illecito di opere d’arte”. Per Mele, però, la risposta più efficace non è l’inasprimento delle leggi ma la prevenzione: “Che parte dal comprendere davvero il valore di ciò che stiamo custodendo”.
Un pensiero condiviso anche da Roberto Livraghi, segretario della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici dell’Alessandrino, che ha ammonito: “Attenzione all’insidia tutta italiana di pensare che ciò che è di tutti non sia, alla fine, di nessuno”. Un atteggiamento che rischia di alimentare disinteresse e incuria verso il patrimonio comune. Un monito ripreso da Lisa Accurti, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo: “L’indifferenza è pericolosa, ma per sconfiggerla bisogna prima capirla”. La sfida, quindi, è anche comunicativa: “L’indifferenza nasce dal non attribuire valore alle cose. Se vogliamo garantire un futuro al nostro patrimonio artistico e culturale, dobbiamo anche imparare a raccontarlo con un linguaggio capace di parlare a una generazione che vive il presente e si sente sempre meno radicata al passato”.
Non bastano quindi le leggi, i controlli o le tecnologie. A proteggere davvero il patrimonio culturale è la consapevolezza di ciascuno. È la cura quotidiana e la capacità di riconoscere valore in ciò che ci appartiene come comunità.