Autore Redazione
sabato
15 Novembre 2025
14:30
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Cronaca - Tempo Libero - Piemonte

La misteriosa gabbietta della testa mozzata: il segreto oscuro del gerbido di Lu – Piemonte da Scoprire

Inizia la rubrica bisettimanale "Piemonte da scoprire": un luogo inesplorato della nostra regione raccontato dalla penna e dagli scatti di Paolo Ponga
La misteriosa gabbietta della testa mozzata: il segreto oscuro del gerbido di Lu – Piemonte da Scoprire

LU MONFERRATO – Lu, di recente unitosi in Comune con Cuccaro, è un piccolo paese monferrino molto gradevole da visitare, ricco com’è di case medievali, chiese e ristoranti. Percorrendo le strette vie del centro è facile imbattersi in un’erta salita che conduce al gerbido e alla torre civica, a 307 metri di altezza. Si tratta di un piccolo pianoro da cui si gode un’incredibile vista a 360 gradi sul paesaggio circostante, ricco di noccioli e vigneti, e su altri quattro paesi che sembrano osservarsi: Vignale, Camagna, Cuccaro e Conzano. In questo punto c’è anche la torre civica o torre dell’orologio, unico resto sopravvissuto dell’antico castello medievale alla devastazione operata dalle truppe francesi nel 1556, in guerra con quelle spagnole. In cima c’è un grande orologio, mentre sul lato occidentale della torre è possibile osservare una piccola gabbietta in ferro, la cui vista lascia perplessi. Dopo qualche ricerca, ho scoperto che un tempo era conosciuta come la gabbietta della testa mozzata.

Come rimanere indifferenti davanti a un mistero? Occorre mettersi d’impegno e svelarne l’origine, così con qualche difficoltà sono riuscito a riscoprirne la storia, molto forte.

In questo luogo c’era anticamente una chiesetta intitolata a San Valerio, il santo che aveva fatto maturare il grano a gennaio per sfamare i poveri; in essa vi era un’urna d’oro e d’argento che conteneva le sue spoglie mortali, a cui gli abitanti erano molto devoti. Il 01 giugno 1720 tre ladri, capitanati da Pietro Bello di Grazzano, riuscirono a trafugare la preziosa teca; in poco tempo vennero però catturati e processati. La sentenza, emessa a Casale Monferrato il 23 agosto 1721, voleva essere d’esempio e monito per futuri miscredenti e quindi fu durissima: Pietro fu condannato a essere trascinato dalla coda di un cavallo fino al luogo del patibolo, dove fu impiccato e poi decapitato. Il suo corpo venne bruciato sul rogo, mentre la testa fu messa in una gabbietta di ferro posta all’esterno dalla torre e qui esposta per lungo tempo.

Oggi, eliminati anche i ripetitori di una compagnia telefonica, la sensazione che si percepisce dall’alto del gerbido è solo di grande pace, allietata dal magnifico paesaggio circostante; qualche volta d’estate in questa cornice davvero suggestiva vengono organizzati dal comune piccoli concerti di musica classica, in un’era che appare davvero lontanissima rispetto quei tremendi accadimenti.

Il panorama è fantastico in ogni stagione, tanto da far parte del territorio Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Se però doveste avere nel cuore cattive intenzioni, state attenti e giratevi verso la torre: la gabbietta è rimasta al suo posto. Da lì sembra osservare e valutare il cuore di ogni visitatore.

Via Onetti 15 Lu, Lu e Cuccaro Monferrato (AL), aperto tutti i giorni con orario 08.00 – 22.00

Se la storia vi fosse piaciuta e vi avesse invogliato a scoprirne altre, vi invito a visitare il mio sito, oppure ad acquistare online o in libreria il volume Piemonte da scoprire edito da Priuli e Verlucca

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