Autore Redazione
mercoledì
26 Novembre 2025
09:36
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Cronaca - Novi Ligure

Siulp: “Presidio Polfer a Novi verso lo svuotamento, già dal 2026 drasticamente ridotto”

Siulp: “Presidio Polfer a Novi verso lo svuotamento, già dal 2026 drasticamente ridotto”

NOVI LIGURE – Torna l’allarme per il posto di Polizia ferroviaria a Novi Ligure, in stazione. Lo lancia la segreteria provinciale del Siulp sulla base del fatto che “nei prossimi anni oltre i due terzi del personale oggi in servizio a Novi Ligure è prossimo al pensionamento, con il rischio concreto di ritrovarsi, in un arco temporale molto breve, con meno di un terzo dell’organico originario ancora operativo”.

Oltre al problema del ricambio per età il sindacato denuncia la necessità, prima dei pensionamenti, di far smaltire le ferie che si sono accumulate negli anni. “In termini pratici questo significa che già dal 2026 la forza effettivamente impiegabile sarà drasticamente ridotta, con difficoltà crescenti nel mantenere i turni, coprire i servizi di vigilanza e garantire pattuglie sugli obiettivi sensibili”. Non si può pensare di tenere in piedi un presidio così delicato svuotandolo progressivamente dall’interno”, aggiunge il Siulp,se perdiamo due terzi del personale e non li sostituiamo adeguatamente, quella che qualcuno chiama “razionalizzazione” diventerà solo una chiusura mascherata“.

Il Posto Polfer di Novi Ligure è fondamentale per la città perché non presidia soltanto la stazione cittadina ma assicura vigilanza e controllo su un territorio ferroviario ampio e delicato, che comprende anche le stazioni impresenziate e gli obiettivi sensibili di Arquata Scrivia, Serravalle e Ovada, costituendo di fatto l’ultimo baluardo di Polizia Ferroviaria tra Genova e Voghera. “La soppressione, negli anni scorsi, di importanti uffici Polfer come quelli di Tortona e Arquata ha già dimostrato quali siano le conseguenze di ogni arretramento dello Stato in ambito ferroviario: episodi gravi di sangue nelle stazioni, incremento di furti e reati predatori, degrado nelle aree circostanti i principali scali. In questo scenario, depotenziare Novi Ligure equivarrebbe a desertificare una direttrice ferroviaria strategica, con riflessi immediati sull’ordine e la sicurezza pubblica. Un ulteriore elemento di criticità riguarda l’età anagrafica degli operatori: la componente maggioritaria del personale è costituita da colleghe e colleghi prossimi alla quiescenza, comunque impiegati in servizi esterni su obiettivi importanti per la sicurezza e in contesti dove non sono rari soggetti problematici e situazioni conflittuali”.

Chiedere a personale vicino ai 60 anni di affrontare, in pattuglie ridotte all’osso, obiettivi sensibili è una scelta che mette a rischio la loro incolumità – conclude ancora il Siulp, “non si può parlare di sicurezza dei cittadini se non si garantisce prima la sicurezza di chi la sicurezza è chiamato a farla“.

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