Agricoltura in affanno tra costi alle stelle e distorsioni dei mercati. E Coldiretti si mobilita contro il taglio della PAC
ALESSANDRIA – Fine novembre, per gli agricoltori alessandrini, è da sempre il momento dei bilanci. Un rito che si ripete ogni anno e che quest’autunno assume toni ancora più preoccupati. Come ha spiegato il presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, l’annata agraria 2025 si chiude con un quadro complesso, segnato da tre grandi fattori che stanno mettendo sotto pressione le aziende agricole del territorio – l’aumento dei costi di produzione, l’impatto del cambiamento climatico e le distorsioni dei mercati, spesso alimentate da speculazioni. Un mix che incide non solo sulle rese ma soprattutto sul reddito degli agricoltori, con ricadute dirette sulla tenuta economica delle imprese e sulla capacità del comparto di continuare a garantire eccellenza e qualità.
Il problema dei costi di produzione non è circoscritto a una sola filiera: il rincaro riguarda trasversalmente chiunque lavori la terra e allevi. A pesare, in particolare, sono il gasolio agricolo, indispensabile per tutte le lavorazioni in campo; concimi e fertilizzanti, diventati sempre più onerosi e spesso difficili da reperire a prezzi sostenibili; utensileria e macchinari, con costi di manutenzione e sostituzione cresciuti rapidamente; componenti e attrezzature, trascinate verso l’alto dall’aumento generale delle materie prime.
Nel settore cerealicolo questa situazione è aggravata da dinamiche speculative sui prezzi di mercato, che riducono i margini proprio mentre le spese aumentano. Ma il messaggio che arriva da Coldiretti Alessandria è che nessun comparto è davvero al riparo dall’erosione dei redditi.
Se i costi sono un’emergenza economica, il clima resta l’emergenza produttiva più difficile da gestire. L’annata agraria 2025 è stata dominata da condizioni meteorologiche estreme: temperature elevate prolungate, alternate a precipitazioni improvvise e violente. Le colture che hanno sofferto di più sono state cereali, riso incluso, con cali sia quantitativi sia qualitativi; foraggere, fondamentali per l’alimentazione zootecnica e dunque per l’intera filiera dell’allevamento; produzioni industriali, sensibili agli stress idrici e termici.
Uno dei settori che vive la pagina più nera è quello delle nocciole. Per il terzo anno consecutivo il raccolto è mancato in modo pesante. Un dato che non si può più leggere come un episodio isolato: è una crisi strutturale che rischia di cancellare una produzione storica e strategica per diverse aziende locali.
Dal mondo agricolo alessandrino arrivano segnali incoraggianti dal comparto frutticolo, che sembra aver retto meglio agli urti dell’annata, sia in termini di resa sia di prospettive commerciali. Diverso il discorso per la vitivinicoltura. Il 2025 consegna un’annata definita qualitativamente buona, ma la soddisfazione è frenata da dinamiche di mercato complicate e avverse, che mettono in difficoltà la valorizzazione del prodotto e comprimono i ritorni economici per i produttori.
Di fronte a questo scenario, la richiesta di Coldiretti Alessandria è di rafforzare gli accordi di filiera tra imprese agricole e industria, con obiettivi chiari e soprattutto con prezzi equi, che non scendano sotto i costi di produzione, come previsto dalla normativa contro le pratiche sleali e le speculazioni. Per trasformare il bilancio in prospettiva, Coldiretti Alessandria ha già avviato incontri territoriali in tutta la provincia, con l’obiettivo di dare voce alla base associata e costruire un percorso di rilancio.
Ai problemi produttivi ed economici nazionali si intreccia poi un allarme di scala europea. Coldiretti, infatti, annuncia mobilitazione permanente contro la proposta della Commissione UE guidata da Ursula Von der Leyen, che prevede una revisione al ribasso della Politica Agricola Comune (PAC). Il taglio, ha spiegato il presidente di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco, non è solo un problema per gli agricoltori: rischia di diventare un danno strategico per tutta l’Europa. Ridurre le risorse destinate alla PAC significherebbe affamare l’Europa, rendendola più vulnerabile e dipendente dalle importazioni, proprio mentre altre potenze mondiali investono in agricoltura per assicurarsi sovranità alimentare e sicurezza degli approvvigionamenti. La richiesta finale è politica e urgente: colmare i tagli alle risorse per gli agricoltori, restituire fondi diretti alle imprese agricole e respingere la proposta in Parlamento europeo per evitare che l’intero sistema agricolo continentale perda stabilità.
(Nel video in copertina la videointervista al presidente di Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco)