4 Dicembre 2025
06:00
Stasera a Valenza Francesco Mandelli in “Baby Reindeer”. La recensione in anteprima
VALENZA – “L’arte è virtuosa, dice la verità, ma la vita non è sempre virtuosa”. “Baby Reindeer – Piccola renna”, monologo interpretato da Francesco Mandelli, “è quasi un trattato psicanalitico”, racconta il regista Francesco Frangipane, perché svela una realtà interiore complessa, la rapporta a fatti esterni e ai contemporanei strumenti di comunicazione. La prima nazionale dello spettacolo, scritto da Richard Gadd, autore e protagonista anche dell’omonima serie Netflix, sarà in scena al Teatro Sociale di Valenza stasera, giovedì 4 dicembre alle 21. Il Teatro Sociale è stato un cantiere teatrale per questa produzione di Infinito e Nidodiragno, qui si è tenuta una sessione di prove e ieri, vigilia del debutto, si è svolta la prova generale cui RadioGold (e, nello specifico, chi scrive) ha potuto assistere.
“Piccola renna”, questa la traduzione in italiano, è un one man show basato sull’esperienza vissuta dal suo autore, vittima di una stalker seriale. Nel testo il rapporto persecutore/perseguitato mette in luce dinamiche contorte e un grave pregresso, mentre una confusione interiore si scontra con la banalizzazione della visione esterna.
Francesco Mandelli interpreta Donny, barista in un pub di Londra e aspirante comico. Si muove su un set (di Francesco Ghisu) delimitato sul fondo da uno schermo su cui appaiono, digitati al ritmo di una tastiera, i testi agghiaccianti delle mail della sua stalker. Quasi tutto si gioca all’interno di questo piccolo spazio disegnato da luci (di Giuseppe Filipponio) che cambiano significativamente colore. E’ un microcosmo claustrofobico al di fuori del quale campeggiano le due insegne del pub e della stazione di polizia, mondi esterni dominati da altre logiche.
Tutto inizia dal “mi ha fatto pena”, che spinge Donny ad un gesto di cortesia nei confronti di una donna di mezza età triste e sola. Ciò innesca da parte di lei una persecuzione che si tradurrà in quarantamila mail, centinaia di ore di messaggi vocali (pronunciati dalla voce di Barbara Ronchi), appostamenti. L’ossessione passa dalla lusinga alla gelosia incontrollata, alla supplica, al linguaggio smaccatamente sessuale e a tutte le forme di ricatto e di minaccia. Apparentemente una storia lineare, con tanto di denuncia alle forze dell’ordine e di difficoltà da parte del protagonista, in quanto uomo e non donna, di essere preso sul serio. Eppure “la vita non è sempre virtuosa” e i moti interiori sono complessi, come lo è Donny.
“Baby Reindeer” cuce momenti e tempi differenti con una sincerità che sconcerta e pone problemi irrisolti. Mandelli mantiene un registro di totale verità, ricostruisce dialoghi, si carica di un’ossessione che lo tormenta ma, al contempo, colma le sue insicurezze e compensa i suoi traumi. Svela la sua ambiguità, diventa trasparente e non si risparmia. Sul piatto ci sono le sue certezze sessuali scardinate da un episodio di violenza da parte di un tale dell’industria televisiva, il rapporto con una trans donna brillante e impegnata politicamente, l’ambiente eteronormativo del bar, il comportamento non lineare nei confronti di Martha, la sua stalker. Ci sono quesiti spinosi, divisivi e urticanti: può un abuso pregresso mutare le preferenze sessuali? Di cosa si nutre il rapporto ambiguo vittima/molestatore?
C’è, soprattutto, una schiettezza che, nell’interpretazione di Mandelli e nella sua efficace interazione con il pubblico, trasporta in un’ossessione che da individuale diventa collettiva e calamitata intorno al personaggio di Martha, ingombrante e solo visivamente assente. Il taglio registico segue con il ritmo di una commedia nera i labirinti della mente del protagonista e ne trae una sorta di confessione inquietante e mai scontata. “Lo spettacolo non ha conclusione”, perché non c’è fine alle derive del pensiero, il passato si innesta sul presente, lo impregna e può riemergere. La piccola renna, nomignolo affibbiato dalla stolker al protagonista, campeggia su uno sgabello al centro della scena e la spiegazione del suo significato è un’altra doccia fredda tra pena e presentimento. Qui le informazioni su biglietti e prenotazioni