9 Dicembre 2025
17:13
Ex Ilva di Novi, il sindaco Muliere al Senato: “Disimpegno inaccettabile. Produzione e posti di lavoro vanno salvati”
NOVI LIGURE – Nella giornata di oggi il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, è intervenuto a Roma in audizione davanti alla 9ª Commissione del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge sulla continuità operativa degli stabilimenti ex Ilva. Un passaggio istituzionale che il primo cittadino ha definito cruciale per il destino del sito novese, “indissolubilmente legato alla storia industriale della città”.
Al centro dell’audizione la situazione occupazionale, che Muliere ha descritto come “drammatica” riportando numeri precisi: lo stabilimento conta attualmente 554 dipendenti, di cui 384 in produzione e 170 in cassa integrazione. A questo quadro si aggiunge il rischio di ulteriori 200 esuberi nell’indotto e le 120 dimissioni già registrate negli ultimi due anni. Dati che, secondo il sindaco, rendono urgente un intervento capace di garantire continuità produttiva e tutela del lavoro.
Muliere ha quindi ribadito con fermezza che un eventuale disimpegno totale dell’ex Ilva sarebbe “assolutamente inaccettabile”, perché metterebbe a repentaglio in modo irreversibile il futuro dello stabilimento. Un sito che il sindaco ha ricordato essere non inquinante e caratterizzato da elevate professionalità, elementi che lo rendono strategico non solo per Novi Ligure ma per l’intero territorio.
Pur confermando di aver sempre sostenuto l’unità del gruppo siderurgico, il primo cittadino non ha escluso misure straordinarie e temporanee per affrontare l’emergenza. Tra le ipotesi avanzate, l’acquisto diretto di coils o bramme da fornitori esterni, così da assicurare le forniture necessarie a mantenere attiva la produzione. Una soluzione ponte, secondo Muliere, utile a preservare competenze interne e clienti storici dello stabilimento.
Durante l’audizione il sindaco ha anche sottolineato le potenzialità industriali del sito novese: pur ricevendo tradizionalmente l’acciaio grezzo da Taranto, lo stabilimento potrebbe raddoppiare l’attuale produzione annua passando da 300.000 a 600.000 tonnellate, ricordando come in passato avesse raggiunto picchi di 2 milioni di tonnellate.
Guardando oltre l’emergenza, Muliere ha invocato “visioni lunghe” per il futuro dell’acciaio in Italia, sollecitando una strategia nazionale capace di aumentare e integrare in modo più stretto la capacità produttiva del Paese. In questo quadro, il sindaco ha chiesto con forza l’impegno diretto dello Stato per tutelare lavoratori e industria, soprattutto nel caso in cui non si concretizzi un subentro privato.
Un intervento, quello del primo cittadino di Novi Ligure, che punta a tenere accesi i riflettori sul sito ex Ilva e a ribadire una linea chiara: la continuità produttiva non è solo una questione industriale, ma una priorità sociale e territoriale.