Autore Redazione
martedì
9 Dicembre 2025
18:09
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Cronaca - Alessandria

PFAS a Spinetta, l’appello di Vivere in Fraschetta: “Subito controlli, dati pubblici e bonifiche”

PFAS a Spinetta, l’appello di Vivere in Fraschetta: “Subito controlli, dati pubblici e bonifiche”

ALESSANDRIA – Il Gruppo Vivere in Fraschetta torna a richiamare l’attenzione su un’emergenza ambientale che riguarda non solo Spinetta Marengo e Alessandria, ma l’intero Piemonte e, più in generale, l’Italia: l’inquinamento da sostanze PFAS e gas fluorurati. Secondo i dati raccolti e analizzati da Greenpeace Italia, l’area di Spinetta è oggi uno dei principali epicentri nazionali di queste emissioni.

Tra il 2007 e il 2023, in Italia sarebbero state rilasciate complessivamente circa 3.766 tonnellate di gas fluorurati (F-gas). Di queste, ben 2.863 tonnellate – pari al 76% del totale – risultano concentrate in Piemonte, in particolare nel Comune di Alessandria. All’interno di questo quadro, Spinetta Marengo emerge come il sito industriale più impattante.

Al centro della vicenda c’è lo stabilimento chimico ex Solvay, oggi Syensqo, descritto dal Gruppo come una delle fonti principali dell’inquinamento da PFAS in Italia. L’impianto sarebbe inoltre l’unico nel Paese a produrre ancora queste sostanze, definite “inquinanti eterni” per la loro resistenza alla degradazione e la capacità di accumularsi nell’ambiente e negli organismi.

Un elemento considerato significativo dal Gruppo Vivere in Fraschetta riguarda anche la recente pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte, che ha riconosciuto al Circolo Legambiente Ovadese Valli Stura e Orba il diritto di ottenere la documentazione sulle emissioni di Syensqo. Documentazione che in precedenza era stata negata invocando il segreto industriale. Per il Gruppo, questa decisione rappresenta un passo avanti essenziale per garantire trasparenza e controllo pubblico su ciò che accade nel polo chimico.

Sul fronte normativo, l’associazione sottolinea come l’Italia non disponga ancora di una legge specifica capace di vietare o limitare produzione e utilizzo dei PFAS. Restano invece solo interventi parziali, come la definizione di limiti nelle acque potabili. A livello europeo, il Regolamento F-Gas aggiornato nel 2024 prevede una riduzione progressiva dell’uso di queste sostanze entro il 2030, ma la sua efficacia dipenderà dalla capacità degli Stati membri di applicare controlli rigorosi e sanzioni adeguate.

Il comunicato richiama poi i rischi sanitari e ambientali associati ai PFAS. La loro presenza in aria, suolo e falde comporta un inquinamento che tende a permanere nel tempo, con effetti che possono manifestarsi anche a distanza di anni e che, secondo il Gruppo, non risultano ancora monitorati con sufficiente continuità.

Da qui l’appello finale. Vivere in Fraschetta chiede un’azione immediata e concreta: più controlli, pubblicazione trasparente dei dati sulle emissioni, bonifiche efficaci e un cambio di passo verso tecnologie produttive meno inquinanti. L’invito è rivolto a istituzioni e autorità competenti affinché si assumano la responsabilità di proteggere salute pubblica e territorio. Perché, conclude il Gruppo, “la salute della nostra comunità e del nostro territorio non può più aspettare”.

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