Autore Redazione
sabato
13 Dicembre 2025
15:24
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Cronaca - Alessandria - Novi Ligure

Gerry dopo la vittoria a Bake Off: “Lascio il lavoro. Ora studio, gavetta e poi la mia pasticceria”

Gerry dopo la vittoria a Bake Off: “Lascio il lavoro. Ora studio, gavetta e poi la mia pasticceria”

SERRAVALLE SCRIVIA – Bake Off non gli ha “solo” consegnato un titolo. Per Gennaro Marfella, per tutti Gerry, la vittoria nella tredicesima edizione del cooking show di Real Time è stata soprattutto la spinta decisiva per trasformare una passione coltivata negli anni in un progetto di vita. A ridosso della finale, l’alessandrino ha scelto di fare un passo coraggioso: rassegnare le dimissioni dall’azienda di sicurezza per cui lavora e dedicarsi completamente alle sue dolci creazioni.

Un salto nel vuoto? Forse per qualcuno sì. Ma per Gerry è la naturale conclusione di una storia iniziata molto prima del “tendone” televisivo.

Nato ad Alessandria e cresciuto al quartiere Cristo, Gerry ha mosso i primi passi in cucina da bambino, ha raccontato a Radio Gold. Un apprendistato domestico, di quelli che si fanno guardando e provando. Il primo ricordo ha il sapore della crema pasticcera imparata dal papà:L’amido non c’era e si faceva ancora con la farina“, ricorda Gerry. E poi la curiosità: quella che spinge a provare, sbagliare, riprovare: “Una volta ho deciso di frullare delle nocciole che avevamo in casa e ho fatto una crema per un tiramisù per la mia mamma“. Un gesto semplice, eppure già rivelatore: non la copia perfetta di una ricetta, ma l’istinto di metterci qualcosa di suo.

La vita di Gerry, poi, ha cambiato direzione. Tra studi e carriera militare, forno e fornelli sono rimasti in secondo piano. La passione non si è spenta, ma è rimasta in attesa, come un impasto lasciato a riposare. I dolci tornano quando Gerry si congeda, costruisce una nuova quotidianità a Serravalle Scrivia con la moglie Cristina e ritrova il tempo – soprattutto nei weekend – per rimettersi il grembiule. È lì che la pasticceria torna ad essere casa: “Ho iniziato a seguire uno chef su Instagram e a replicare le sue ricette. Mi venivano bene e ho continuato a fare dolci per la famiglia e per gli amici che venivano a cena”.

Quando la passione ha ripreso forma, la spinta per trasformarla in un’avventura è arrivata dalla moglie Cristina. È stata lei a incoraggiare Gerry a iscriversi a Bake Off. Una decisione che, puntata dopo puntata, lo ha portato fino al traguardo più alto.

La vittoria nel programma di Real Time spalanca ora una strada nuova. Gerry ha vinto il corso di In Cibum: un’occasione che intende sfruttare, prima ancora di parlare della possibile apertura di una bakery tutta sua. “Prima lo studio, poi la gavetta” chiarisce il vincitore di Bake Off. Sogna di lavorare “da qualche grande della pasticceria” per “rubargli tutti i trucchi del mestiere“. E solo dopo, lasciarsi trascinare dalla vita e dalle opportunità. La famosa “bakery” del vincitore di bake Off 13 potrebbe non aprire per forza in provincia, anche se, nell’Alessandrino, la speranza è di poter assaggiare le creazioni che hanno convinto giudici del calibro di Ernst Knam, Damiano Carrara e Tommaso Foglia, con Iginio Massari presenza costante nella prova tecnica.
Dell’esperienza nel programma Gerry parla come di qualcosa di “straordinario”, a partire dalla sorpresa della nuova conduttrice, Brenda Lodigiani. “Noi concorrenti non lo sapevamo. Pensavo di trovare Benedetta Parodi. Brenda è stata una piacevole scoperta: è esattamente come si vede in televisione, vulcanica e simpaticissima“.

Ma se il clima umano lo ha conquistato, la parte più intensa resta quella dei giudizi. Gerry confessa di aver tenuto particolarmente alle valutazioni dei giudici e, soprattutto, a quelle di Damiano Carrara, che sente più vicino alla sua idea di pasticceria. Con una risata ammette: “Ma non erano mai favorevoli“.
Ogni percorso ha un punto in cui la sicurezza si incrina. Per Gerry quel momento arriva durante la puntata del New York Roll. “Li faccio sempre ma sotto il tendone non mi venivano”. Una frustrazione doppia: perché riguarda un prodotto familiare, e perché in gara il tempo stringe, gli occhi addosso pesano, l’errore sembra definitivo. È lì che, racconta, sono state fondamentali le parole di Ernst Knam: “È stato un vero discorso motivazionale che mi ha dato la forza per rimettermi in gioco“.

La prova più dura, ammette, è stata però la finale. Gerry si giocava il titolo contro Pelayo, Patrizia e Marzia, in un equilibrio che non perdona sbavature. “Soprattutto con Pelayo il livello era lo stesso, quindi sapevo che bastava un piccolo errore per perdere”. Eppure, proprio nell’ultima sfida, ha osato con una torta in cui ha racchiuso la sua “essenza“.

Il pensiero è andato al figlio Paride e alla sua passione sfrenata per le fragole. “Non è un grande amante dei dolci – racconta il papà – ma va pazzo per le creme che gli preparo“. Da qui l’idea anche per la crema a base di caramello e pistacchio, come cuore affettivo della torta. Poi l’azzardo che fa la differenza. Gerry ama superare i limiti e inserisce un ingrediente non comune: il sedano. Una scelta rischiosa, quasi una firma. Ma fa centro.

Il titolo di miglior pasticciere amatoriale d’Italia arriva così: tra tecnica, emozione e personalità. E con una consapevolezza che Gerry ripete senza retorica: non ha vissuto la finale come una sfida contro gli altri: “Era una sfida con me stesso“. La vera posta in gioco non era il trofeo: era dimostrare che quel sogno – rimasto per anni in un angolo – poteva diventare una strada. Oggi, con la vittoria in mano e un corso prestigioso davanti, Gerry è pronto a ricominciare da capo, ma con un’altra prospettiva: non più la pasticceria come passione del weekend ma come scelta di vita.

 

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