15 Dicembre 2025
05:47
Export, la provincia di Alessandria traina il Piemonte. Nei primi nove mesi del 2025 cresce dell’8,7%
PIEMONTE – Nei primi nove mesi del 2025 il Piemonte torna lentamente a guadagnare terreno sui mercati esteri ed è la provincia di Alessandria a distinguersi più di tutte. Le esportazioni alessandrine aumentano infatti dell’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2024: un risultato che spicca nel panorama regionale e che racconta la capacità del tessuto produttivo locale di intercettare domanda e opportunità oltreconfine in una fase ancora segnata da incertezze e transizioni industriali.
Il quadro generale del Piemonte, nello stesso intervallo gennaio–settembre, mostra un’andatura più moderata. Il valore complessivo delle esportazioni regionali sale a 46 miliardi di euro, contro i 45,2 miliardi dei primi nove mesi del 2024, con una crescita dell’1,7%. La traiettoria dell’anno, però, non è lineare: dopo un primo trimestre in calo e un secondo sostanzialmente stabile, la svolta arriva nel periodo estivo, quando tra luglio e settembre le vendite all’estero registrano un’accelerazione del 6,3%, segnale di un recupero più deciso nella seconda parte dell’anno.
In parallelo, aumenta anche la spesa per le importazioni, che nei primi nove mesi del 2025 raggiunge 34,7 miliardi di euro, con un incremento del 4,6%. Il saldo della bilancia commerciale resta positivo, ma si restringe: il Piemonte chiude con un avanzo di 11,3 miliardi, inferiore ai 12 miliardi dell’anno precedente. Un dato che fotografa una regione ancora forte nella capacità di vendere fuori dai confini, ma che deve fare i conti con costi e flussi in crescita.
All’interno di questo scenario, Alessandria emerge come la provincia più brillante in termini di dinamica. Torino continua a essere il principale polo dell’export piemontese, con una quota che supera il 40% del totale regionale, ma nei primi nove mesi del 2025 registra un incremento appena percettibile. Anche Cuneo, tradizionalmente tra i territori più rilevanti, chiude in flessione, mentre altri territori come Novara e Asti mostrano segnali positivi ma meno marcati rispetto alla performance alessandrina.
Sul fronte dei settori, i dati regionali aiutano a leggere il contesto in cui matura questa crescita. La spinta più forte alle esportazioni piemontesi arriva dalla metallurgia, che segna un balzo del 14,6%, e dall’agroalimentare, che continua a confermarsi come uno dei pilastri dell’export con un incremento del 7,7%. In difficoltà resta invece il comparto dei mezzi di trasporto: pur mantenendo la quota più alta sul totale regionale, è anche quello che arretra di più, a causa soprattutto del calo degli autoveicoli, mentre la componentistica riesce a resistere e a crescere.
Anche i mercati di sbocco indicano una tendenza precisa: crescono le esportazioni verso i partner europei, mentre quelle dirette fuori dall’Unione restano quasi ferme. Francia e Germania restano i primi interlocutori commerciali del Piemonte; più debole invece il mercato statunitense, che registra un arretramento, mentre la Spagna mostra una crescita sostenuta. Fuori dall’Europa, la Svizzera segna una forte espansione, trainata in particolare dall’aumento delle vendite di prodotti in metallo e gioielleria.
In questo contesto, Unioncamere Piemonte sottolinea la capacità di reazione del sistema imprenditoriale regionale, evidenziando però anche la fragilità strutturale dell’automotive e la necessità di politiche industriali in grado di accompagnare la transizione senza lasciare indietro imprese e occupazione. E intanto, almeno sul fronte export, la provincia di Alessandria manda un segnale chiaro: nel 2025 è tra i motori più vivaci della ripresa piemontese.