23 Agosto 2017
05:11
Temperature record in provincia: l’estate più calda dopo il 2003
PROVINCIA – Quella che sta per terminare sarà la seconda estate più calda della provincia di Alessandria, dopo quella di 14 anni fa. Lo ha sottolineato il meteorologo del Dipartimento Protezione Civile della Provincia di Alessandria Matteo Robbiano che, a pochi giorni dal termine ufficiale del 31 agosto, ha già tracciato un primo bilancio. A inizio agosto è stato registrato il picco di calore, con la colonnina di mercurio arrivata fino a 41 gradi. La zona della provincia con le più alte temperature è stata quella tra Alessandria, Novi e Tortona. Alti anche i numeri nelle zone collinari, fino a 38 gradi in Valle Scrivia e Val Borbera, nei paesi di Sardigliano e Garbagna.
In ben 67 giorni su 83, poi, le massime sono state sopra la media. Solo 7 i millimetri di pioggia caduti tra giugno e agosto mentre a luglio sono stati appena due i giorni caratterizzati da qualche precipitazione: l’11 e il 29, con 83 millimetri in totale.
“A giugno sono stati registrati tre gradi sopra la media” ha aggiunto il responsabile ufficio pianificazione emergenza della Provincia di Alessandria “un grado e mezzo sopra la media a luglio. Come media si intendono le temperature registrate nel trentennio 1970/2000. Dopo quella del 2003, quando si toccarono vere e proprie anomalie termiche, l’ultima estate dovrebbe attestarsi al secondo posto nella storia climatologica della provincia.”
In generale, poi, tutta l’area del nord ovest italiano ha subito maggiormente questa accelerazione del cambiamento climatico. “Negli ultimi 50 mesi” ha precisato Robbiano “solo 4 sono stati sotto la media dal punto di vista delle temperature, ben 46 sopra la media. Questo comporta una estremizzazione: vivremo periodi siccitosi e caldi alternati a periodi con precipitazioni intense. A lungo termine, tra 20 o 30 anni, la temperatura media crescerà di circa un grado e mezzo.”
“Gli ultimi mesi di giugno e luglio sono stati tra i più caldi degli ultimi cento anni” ha confermato il direttore di Arpa Alberto Maffiotti “Le piante iniziano a perdere il colore, come se vivessero un autunno precoce, il suolo è molto secco. E poi non piove, questo è l’indice che l’atmosfera non riesce a scaricare l’energia termica che aumenta a livello del suolo visto che non ci sono nuvole che fermano i raggi. L’anticiclone delle Azzorre e quello africano stanno influenzando le nostre latitudini. Le condizioni climatiche della nostra provincia ora possono essere paragonate a quelle del Lazio e della Campania. Un altro dato interessante è la poca escursione termica tra giorno e notte.”