24 Agosto 2017
05:00
Genitori alessandrini contro l’indigesta retta d’iscrizione alla mensa
ALESSANDRIA – La retta per il servizio di refezione scolastica anche quest’anno si conferma indigesta ai genitori dei bambini che frequentano le scuole di Alessandria. A piazzarsi sullo stomaco delle mamme e i papà è in particolare la quota fissa di iscrizione.
Un balzello che pesa 150 euro sulle tasche delle famiglie che vivono fuori Alessandria. Per i non residenti, infatti, non è prevista alcuna agevolazione in base al reddito e neppure se i figli sono più di uno. Solo per l’iscrizione, i genitori con due bambini si ritrovano a dover tirare subito fuori dalla tasche 300 euro. La quota, infatti, non si può rateizzare, e questo indipendentemente dalla residenza. A rendere più salato il conto delle famiglie che non vivono ad Alessandria sono poi i buoni pasto. Il ticket per la materna costa un euro in più rispetto a quello dei residenti ed è due euro più caro quello per la refezione scolastica alle elementari. Un totale che in alcuni casi obbliga le famiglie a rinunciare ai pasti a scuola e che, soprattutto, fa arrabbiare.
Su Facebook oltre 1500 genitori in poche ore si sono coalizzati contro i costi della mensa scolastica e l’indigesta quota fissa d’iscrizione. Alessandria, ha ricordato Rossella Di Donna, una delle mamme del gruppo “Genitori Alessandrini vs costi mensa scolastica”, è infatti “uno dei pochi Comuni piemontesi a chiedere la tassa fissa”. “Anche a Torino si paga, ma viene calcolata in base ai giorni di frequenza del bambino e in più si può rateizzare” ha precisato.
Ingoiato a fatica l’amaro boccone durante il dissesto, i genitori ora sperano di convincere l’attuale amministrazione a rivedere i costi del servizio. “Chiediamo che la tassa fissa venga cancellata o almeno ridotta e rateizzata”. Chi, come Rossella, è non residente spera poi in qualche agevolazione. “Chi iscrive i figli ad Alessandria non lo fa perché preferisce le scuole del capoluogo ma perché lavora in città e magari non ha nessuno che possa portare o andare prendere i bambini”.
Balzati da Facebook ai giornali, i genitori alessandrini hanno subito raccolto il sostegno dei consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle che presenteranno una mozione per chiedere di rimodulare la tariffa “in modo più equo” e rinegoziare l’accordo con Aristor. Le mamme e i papà hanno però anche la piena attenzione dell’assessore ai servizi educativi di Alessandria, Silvia Straneo.
Il membro della Giunta si è detto “assolutamente disponibile” a incontrare una delegazione di genitori. L’assessore, intanto, venerdì sottoporrà il problema delle rette ai colleghi di Giunta. Fondamentale, infatti, è anche il parere della collega al Bilancio Cinzia Lumiera. Anche se il capitolo dissesto è stato chiuso, i vincoli su tasse e tariffe potrebbero dover durare fino alla fine dell’anno, soprattutto perché ormai mancano davvero pochi giorni al suono della prima campanella. L’assessore Straneo, comunque, è deciso a cercare una soluzione anche per la famigerata quota fissa.
Una retta, ha spiegato, che ha la funzione di impegnare le famiglie verso il servizio di refezione “ritenuto dai dirigenti scolastici un momento formativo importante“. Mangiando in mensa, infatti, i bambini diventano sempre più autonomi e migliorano le loro capacità di socializzare. Pagando la retta iniziale il genitore è quindi meno propenso ad assecondare l’assenteismo. “Ho due figli e ancora oggi mi appoggio al servizio di refezione scolastica perché lavoro tutto il giorno – ha raccontato l’assessore – Anche io pago i 150 euro, che son sbaglio sono stati introdotti nel 2010, quindi conosco la situazione. Voglio migliorare i servizi educativi e il confronto con una delegazione di genitori sarà sicuramente utile”.
Silvia Straneo, ha garantito, cercherà di “andare incontro” alle richieste, anche se per i non residenti la soluzione potrebbe non essere semplice. “Bisogna capire che il Comune di Alessandria esce da una fase economicamente molto difficile. Dobbiamo essere prudenti. Per i non residenti potremmo provare ad attivare convenzioni con altri Comuni. So che è già stato fatto con Montecastello che, non potendo garantire il servizio, si è accollato il costo in più sostenuto dai suoi residenti”.
Per creare questo tipo di sinergie c’è ovviamente bisogno della disponibilità degli altri sindaci ma il membro della Giunta è comunque pronto a tentare questa strada.