Autore Redazione
mercoledì
30 Agosto 2017
01:15
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Cronaca - Alessandria

Ecco la sala che dà acqua a 155mila persone e gestisce la crisi idrica

Vi portiamo dentro la sala di telecontrollo di Amag dove vengono monitorati i serbatoi della provincia e non solo.
Ecco la sala che dà acqua a 155mila persone e gestisce la crisi idrica

ALESSANDRIA – In una semplice sala si gestisce e controlla la rete idrica gestita dal Gruppo Amag, un luogo che ‘dà’ da bere a 155 mila persone. Una semplificazione estrema che però permette di sottolineare l’importanza del telecontrollo gestito in una stanza al primo piano dello stabile in via Damiano Chiesa ad Alessandria. Nella sala il monitoraggio è costante, gli eventuali allarmi scattano in tempo reale e tutto mira a prevenire eventuali disfunzioni prima che l’utente se ne accorga.

I monitor sulle scrivanie riproducono le sezioni dei vari serbatoi di acqua collocati sul territorio e tengono sotto controlli tutti i livelli. I grafici raccontano il consumo di acqua giornaliero, ora per ora, e svelano la sete di una provincia costretta, ormai ogni estate, a rendersi conto dell’importanza della preziosa risorsa. Nel caso di crisi idrica le possibilità di intervento sono limitate ma vengono approntate soluzioni di emergenza che cercano di alleviare i disagi. Problemi che non possono più essere definiti straordinari, ha spiegato Silvio Procchio, direttore tecnico del Gruppo Amag, visto che “da anni il Nord Ovest è in debito. Lo si vede dai fiumi e dai laghi. Tutti, di anno in anno, stanno diminuendo i loro livelli. Solo quest’anno il Nord Ovest ha avuto un 50% in meno di precipitazioni rispetto alla media.”

Questa situazione ha raggiunto l’apice nella settimana di Ferragosto con i paesi che si sono improvvisamente popolati (a Ponzone gli abitanti sono passati da 1.000 a 8.000), facendo impennare l’uso dell’acqua, spesso anche in modo improprio, nonostante le ordinanze dei sindaci: “invitavano a non innaffiare o a non utilizzare l’acqua se non per scopi igienici e alimentari – ha spiegato Mauro Bressan, amministratore delegato del Gruppo Amag – ma non hanno impedito e non impediscono l’utilizzo per uso non alimentare. Se tutti avessero rispettato le prescrizioni avremmo un 25-30% in più di acqua e questo consentirebbe di affrontare, senza grossi problemi, l’emergenza di queste settimane“. I grafici nella sala di telecontrollo su questo sono impietosi, come spiegato da Silvio Procchio. Le linee che descrivono il consumo dell’acqua di sera, fino a mezzanotte, dimostrano che gli innaffiatori entrano in azione per bagnare prati oppure orti. Nonostante il divieto.

Il periodo privo di precipitazioni e le temperature roventi hanno determinato, nel mese di agosto, continui i tavoli in Prefettura per gestire una crisi idrica senza precedenti: “Nelle riunioni – ha raccontato Mauro Bressan – è emersa una grande collaborazione con i sindaci che hanno partecipato ai tavoli e con tutti gli altri soggetti, e abbiamo concordato una linea di azione con l’Ato.6 e la Protezione Civile. Questa attività ha permesso e permette di gestire, giorno per giorno, la crisi idrica e l’attività delle autobotti che girano nella valle Bormida e nell’astigiano. Come ho suggerito questa esperienza potrebbe essere adatta non solo a gestire l’emergenza ma anche a progettare il futuro del nostro sistema idrico“.

In attesa di pianificare il futuro nella sala di telecontrollo il lavoro quotidiano dei tecnici e dei pc non si ferma mai. Sui monitor viene mantenuta costante la pressione dei serbatoi per evitare perdite, si osserva puntualmente l’impressionante quantità di acqua destinata, per esempio, ad Alessandria e sobborghi, pari a 18-22 mila metri cubi giornalieri. I grafici controllano sempre la potabilità dell’acqua, la presenza del cloro. Pensateci quando aprite il rubinetto.

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