20 Ottobre 2017
05:00
Il Piemonte soffocato dallo smog
PIEMONTE – L’emergenza smog non conosce stagioni. Nel 2017, in netto anticipo rispetto agli anni precedenti, il picco di polveri sottili nell’aria non ha aspettato l’inverno, trasformando questo autunno in uno dei più inquinati degli ultimi decenni. A essere maggiormente colpite dal temuto e temibile PM10, ovvero uno degli inquinanti più pericolosi per l’uomo e tra i più diffusi nelle città, sono le regioni del Nord Italia. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna su tutte. Ma anche il Piemonte non è da meno con ben cinque città iscritte nella black list stilata da Legambiente sui dati forniti da Arpa. Al primo posto di questa triste classifica troviamo Torino che ha superato da tempo la soglia limite di polveri sottili. I dati raccolti al 18 ottobre 2017 parlano infatti chiaro: il capoluogo piemontese vanta in negativo 59 giorni complessivi di sforamento per il PM10 alla centralina Rebaudengo, 51 a Lingotto, 62 a Grassi, 54 a Consolata e 56 a Rubino.
Le cose non vanno meglio a Vercelli, al decimo posto della classifica di Legambiente, con 53 giorni di superamento dei limiti (dati disponibili al 18 ottobre). All’undicesimo posto si consolida invece la posizione di Alessandria (55 giorni di superamento al 18 ottobre) e al dodicesimo Asti (48 giorni di superamento al 09 ottobre). Fuori dalla top 20 ci sono invece Novara, già fuorilegge con 36 sforamenti e una concentrazione media di PM10 in risalita, e Cuneo che, nonostante i valori rientrino nei limiti stabiliti dalla legge, registra comunque una crescita del valore medio di polveri sottili nell’aria con una concentrazione di 24 μg/m3 (la più alta dal 2012). Verbania da inizio anno ha invece fatto registrare 13 superamenti (anche qui valori mai così alti dal 2012). A Biella, invece, la centralina Sturzo ha già raggiunto 21 superamenti come quelli registrati nel 2016 ma a fine anno.
“Si tratta di una situazione drammatica a cui le autorità, dove per autorità si intende Comuni e Regioni, devono porre rimedio”, hanno spiegato da Legambiente. Soprattutto se si pensa che il D.lgs. 155/2010 prevede un numero massimo di 35 giorni all’anno con concentrazioni superiori a 50 μg/m3.
INFOGRAFICA PM10 CAPOLUOGHI
IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE
La denuncia fatta da Legambiente nel rapporto L’emergenza smog e le azioni (poche) in campo, punta il dito contro i ritardi di Regioni e sindaci, i principali responsabili dei Piani di risanamento dell’aria, nel contrasto all’inquinamento atmosferico e alla poca chiarezza nei confronti dei cittadini “sempre più spesso tenuti all’oscuro sulla respirabilità dell’aria”. Il Piemonte, con Torino, Asti, Vercelli e Alessandria, risulta tra le Regioni più compromesse. Questo anche a causa della sua conformazione territoriale: in particolare Alessandria si trova in una conca circondata da colline e montagne che in un qualche modo impediscono ai venti di depurare l’aria. Se a questo si aggiungono “i costanti cambiamenti climatici, la situazione diventa drammatica per alcune zone del Paese”, ha sottolineato Rossella Muroni, Presidente nazionale di Legambiente. Eppure fronteggiare l’emergenza dello smog è possibile anche se servono “investimenti strutturali e azioni mirate sia a livello nazionale sia sul piano locale e regionale”. Ma quando facciamo notare che a giugno 2017 è stato firmato un protocollo antismog dalle Regioni, Muroni puntualizza come il documento “da una parte ha cercato di uniformare le strategie antinquinamento dei piani regionali e dei provvedimenti d’urgenza, ma dall’altra parte da solo non basta e non può riguardare solo le Regioni più inquinate del Nord Italia visto che il problema del PM10 riguarda tutta la Penisola”.
LA SITUAZIONE DELLA PROVINCIA
Analizzando i dati che vanno dal 9 al 18 ottobre si intuisce subito come la situazione più allarmante sia quella di Alessandria. Il capoluogo di provincia, infatti, dal 14 al 18, quindi per quattro giorni consecutivi, ha fatto registrare livelli di PM10 ben superiori ai 50 μg/m3 previsti per legge nella centralina situata presso la scuola superiore Alessandro Volta. Per la precisione gli ultimi cinque giorni hanno visto rispettivamente i valori delle polveri sottili equivalenti a 59 μg/m3 (sabato 14), 57 μg/m3 (domenica 15), 59 μg/m3 (lunedì 16), 87 μg/m3 (martedì 17) e 67 μg/m3 (mercoledì 18). Secondo l’accordo firmato a giugno 2017, al superamento dei quattro giorni consecutivi di valori del PM10 superiori ai 50 μg/m3 dovrebbe scattare il primo livello di allerta di colore arancione con conseguente limitazione dell’utilizzo delle vetture Euro 4 diesel in ambito urbano dalle 8.30 alle 12.30 e dei veicoli commerciali N1, N2 e N3 di classe emissiva almeno Euro 3 diesel.
Cosa che accadrà regolarmente domenica 22 ottobre 2017 dalle ore 08.30 alle ore 18.30. L’ordinanza comunale prevede il divieto della circolazione a tutti i veicoli diesel Euro 1, 2 e 3 nelle vie del centro delimitate dalle circonvallazioni. Sarà però consentito l’accesso ai parcheggi di via Parma e piazza Madre Teresa di Calcutta e piazza Garibaldi oltre che l’uscita dal parcheggio di piazza della Libertà, nell’orario 08.30/18.30, ma solo verso via Pontida. Per chi dovesse trasgredire al divieto saranno applicate le sanzioni amministrative previste dal Codice della Strada (leggi qui la notizia sul blocco del traffico ad Alessandria).
Non se la passa meglio Casale Monferrato che ormai, secondo i dati Arpa Piemonte, è fuorilegge da otto giorni consecutivi. Dall’11 al 18 la città ha infatti registrato un costante aumento delle polveri sottili presenti nell’aria, raggiungendo mercoledì 18 ottobre 103 μg/m3 di PM10 nell’aria: il doppio rispetto a quello consentito per legge. Decisamente meglio Novi Ligure e Tortona: negli ultimi giorni i novesi non hanno infatti respirato polveri sottili al di sopra dei quantitativi previsti dalla legge, mentre Tortona ha sforato una sola volta – martedì 17 ottobre – i limiti previsti con un PM10 di 53 μg/m3.
TABELLA RELATIVA AL PM10 NELL’ARIA
10 ott. | 11 ott. | 12 ott. | 13 ott. | 14 ott. | 15 ott. | 16 ott. | 17 ott. | 18 ott. | |
Alessandria (Volta) | 43 | 65 | 47 | 29 | 59 | 57 | 59 | 87 | 67 |
Casale Monferrato (Castello) | 41 | 53 | 54 | 51 | 73 | 77 | 71 | 75 | 103 |
Tortona (Carbone) | 35 | 39 | 31 | 27 | 36 | 31 | 37 | 53 | * |
Novi Ligure (non nota) |
30 | 28 | 23 | 19 | 28 | 27 | 24 | 30 | * |
* dati non disponibili
E proprio a Tortona il Comune a deciso per il blocco del traffico per contenere lo smog. Venerdì 20 ottobre la temperatura all’interno degli edifici non dovrà superare i 16 gradi, mentre saranno 18 quelli all’interno delle scuole, degli ospedali e le cliniche. Gli agricoltori invece non potranno spargere liquami animali per concimare i campi. Da domenica e fino al momento della revoca, gli automobilisti non potranno superare i 20 km all’ora all’interno del secondo concentrico cittadino. Nella stessa zona è stato vietata la circolazione dei veicoli diesel omologati Euro 3 o inferiori e i mezzi non catalizzati. Il divieto varrà dalle 8.30 alle 18.30 (leggi qui l’articolo sul blocco del traffico a Tortona).
I DANNI PER LA SALUTE
In Italia sono oltre 60 mila le morti ogni anno causate dall’aria inquinata, ovvero dall’esposizione a inquinamento da polveri sottili, ossidi d’azoto e ozono. Mentre nel solo 2016 si stima che nel nostro Paese siano stati circa 365 mila i nuovi casi di tumore maligno ai polmoni (dati Associazione Italiana Registri Tumori), di cui 190 mila (54%) negli uomini e 175 mila (46%) nelle donne. I motivi dell’insorgenza di tumori alle vie respiratorie sono però diversi. In primis il fumo che detiene il macabro primato con uno schiacciante 33%, anche se l’inquinamento ambientale contribuisce per il 2%. Poi ci sono zone, come Casale Monferrato o la Fraschetta, che a causa della propria storia pregressa e presente vedono questi dati raddoppiati se non addirittura triplicati.
Nella Tabella fornita dall’Associazione Italiana Registri Tumori si vedono le stime inerenti al Piemonte delle persone con pregressa diagnosi di tumore per le principali sedi.
Ma l’inquinamento, come hanno dimostrato negli anni diversi studi, è causa anche di molte altre malattie diverse dai tumori. Su tutti il diabete: in base a una ricerca epidemiologica l’incidenza delle poveri sottili ed emissioni di co2 aumenterebbero il fattore di rischio dell’insorgenza del diabete. Lo studio ha analizzato in particolare gli effetti delle polveri sottili più fini stabilendo come nelle zone con alti dati di PM10 le persone affette da diabete aumenta del 20%.
Anche l’infertilità maschile si dovrebbe, in parte, allo smog. Questa volta la ricerca arriva dalla Finlandia e mostra come si siano modificate nel tempo le condizioni del sistema riproduttivo maschileproprio a causa dell’aumento dell’inquinamento. Infine capitolo allergie. Recenti studi italiani hanno stabilito che una delle causa delle allergie e intolleranze alimentari può essere rintracciata nell’esposizione a sostanze inquinanti presenti nell’aria, quali so2 e particolato grossolano.
Intanto Arpa invita tutti i cittadini che vogliono tenere sotto controllo i valori dell’aria della propria città a consultare a questo link il sito di sistemapiemonte.it dove è possibile consultare giornalmente i dati del PM10 e degli altri inquinanti pericolosi per la salute umana.