Autore Redazione
mercoledì
8 Novembre 2017
01:11
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Cronaca - Alessandria

Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”

Valentina Sumini ha studiato al Liceo Scientifico di Alessandria e ha vinto il concorso sponsorizzato dalla Nasa "Mars City Design Competition 2017"
Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”

ALESSANDRIA – Valentina Sumini è la vincitrice del concorso “Mars City Design Competition 2017“. Ha soli 32 anni e ha già ideato una città. Già questo sarebbe qualcosa di grandioso, vista la giovane età di Valentina, ma lei si è spinta oltre, molto lontano, e la sua idea di città potrebbe diventare realtà su Marte. Il concorso, sponsorizzato dalla Nasa, prevedeva l’ideazione di costruzioni sostenibili sul pianeta rosso da realizzare nel prossimo secolo. In verità lei è già abituata a ‘girare’ lo spazio perché insieme al suo team di ricercatori del MIT di Cambridge aveva vinto la gara della Nasa per progettare una nuova Stazione Spaziale Internazionale con all’interno anche un hotel di lusso. Ora però ha vinto il concorso per la realizzazione di una colonia abitabile sul Pianeta Rosso. Un progetto nato così, ha spiegato a Radio Gold: “L’idea della città è partita grazie a questo concorso internazionale bandito da 4 anni ed è una iniziativa  bellissima perché non prospetta soltanto una idea di città ma anche di comunità. Non ci sono molte competizioni internazionali di questa portata. Ed è estremamente interessante anche perché coinvolge esperti della Nasa e altre compagnie private nel settore dell’aerospazio”.

L’idea di Valentina e dei suoi colleghi è affascinante e consiste nel ricreare una foresta sul pianeta rosso: “Noi immaginiamo che vivere su Marte possa essere molto intrigante ma anche un po’ noioso anche perché non c’è molto da fare. Ci sono crateri, tanti spazi isolati e condizioni meteo proibitive perciò ci siamo chiesti come poter rendere un habitat sicuro, eterogeneo e anche divertente da vivere. Quindi abbiamo pensato a un habitat naturale, che ispiri l’idea delle foreste, delle sequoie”.

Il risultato immaginato è un gruppo di cupole bianche collegate tra loro, con all’interno dei piccoli paradisi: “Dal punto di vista tecnico l’idea della foresta interconnessa ha una ragione profonda perché mette in rete diversi alberi in comunicazione tra loro, sia in superficie che a livello sotterraneo per la protezione dalle micrometeoriti, dalle variazioni cosmiche e dalle escursioni termiche estreme”.

Valentina ha dovuto studiare nel dettaglio le caratteristiche del pianeta rosso per arrivare al progetto vincitore: “Abbiamo fatto moltissimi studi su come fermare le radiazioni e abbiamo trovato come elemento chiave l’acqua che è possibile estrarre dal ghiaccio, presente nel sottosuolo marziano. Adesso stiamo continuando il progetto costruendo, in scala uno a uno, il macchinario in grado di estrarre dal sottosuolo il ghiaccio per trasformarlo in acqua. Questo perché un metro di acqua permetterebbe di proteggere dalle radiazioni tutta la superficie dell’habitat esterno. Un altro modo per proteggere la città prevede un habitat sotterraneo dove il suolo stesso fa da protezione e in quelle zone le persone potrebbero passare la maggior parte del tempo. Nella biosfera invece, protetta dall’acqua, e arricchita da piante e terra, si consumerebbero i momenti di socialità. Qui l’elemento trasparente dell’acqua permetterebbe di guardare all’esterno affacciandosi sull’elemento marziano. Un aspetto importante anche dal punto di vista psicologico”.

La prima città di Marte ha già un nome: “Red Wood Forest, un nome che richiama il tema della foresta. Poi ci sono anche diverse opzioni, come Mars City, ma in realtà il primo nome ci sembra il più adatto.” La speranza di Valentina è comunque di vederla realizzata anche “se le tempistiche sono un po’ lunghe – ha aggiunto sorridendo”.

Intanto però il viaggio dell’architetta spaziale è già cominciato. Ha preso il via da Alessandria, dove ha frequentato il Liceo Scientifico, per poi passare al Politecnico a Torino e a Milano e arrivare al Mit di Boston. In tutti i suoi viaggi e nei percorsi professionali Valentina è fiera di portarsi dietro “la famiglia e gli studi di architettura della mamma, Emiliana Ferioli, e di mio nonno, Luciano Ferioli, entrambi architetti“. Lei ha fatto un passo in più, dalla Terra quegli studi li ha portato su un altro pianeta.

Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”
Mars City
Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”
Valentina Sumini e il suo team
Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”
Mars City
Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”
Mars City
Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”
Valentina Sumini
Da Alessandria a Marte: Valentina Sumini racconta la “Red Mars City”
Valentina Sumini (a destra)
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