Autore Redazione
giovedì
21 Dicembre 2017
05:00
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Cronaca - Alessandria

“Offrirò la tua testa ad Allah”. Espulso lupo solitario

L'espulsione per motivi di sicurezza nazionale, adottata dal Ministro dell'Interno su proposta del Questore, ha permesso di allontanare dal nostro Paese un soggetto ritenuto “estremamente pericoloso”
“Offrirò la tua testa ad Allah”. Espulso lupo solitario

ALESSANDRIA – “Ti taglierò la testa e la offrirò ad Allah“. Con queste parole Mounir Naimi, cittadino marocchino di 37 anni aveva minacciato il responsabile di uno dei due centri di preghiera islamici di Alessandria. Con atteggiamento e parole aggressive aveva interrotto anche funzioni religiose in alcune chiese cattoliche del centro storico. A Sezzadio, invece, aveva inveito in arabo contro i Carabinieri che l’avevano ammonito per aver parcheggiato male l’auto, arrivando a dire che la religione e la società occidentale sarebbero state “cancellate” e che l’intero mondo sarebbe passato sotto la guida di Allah. Lo scorso 24 novembre Mounir Naimi aveva poi terrorizzato alcuni alessandrini a passeggio in via San Lorenzo. Salito su una panchina aveva iniziato a inneggiare ad Allah e all’arrivo delle Volanti della Polizia, urlando, si era toccato minacciosamente il petto lasciando intendere di avere addosso una cintura esplosiva. Dimostrando grande coraggio e sangue freddo i poliziotti quel giorno si erano avventati sull’uomo, poi ammanettato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e procurato allarme.

Finito in carcere proprio dopo quell’episodio, il cittadino marocchino è stato ora espulso per motivi di ordine pubblico e sicurezza nazionale. L’atto, adottato dal Ministro dell’Interno su proposta del Questore Michele Morelli, ha permesso di allontanare dal nostro Paese un soggetto ritenuto “estremamente pericoloso”. Mounir Naimi non era affiliato all’Isis ma era “lupo solitario” che avrebbe potuto colpire in qualsiasi momento, hanno spiegato il Questore e il Dirigente della Digos Marco Ferraro insieme al Tenente Colonnello Giuseppe Di Fonzo, Comandante del Nucleo Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri, affiancato dal Luogotenente Davide Guidetti del Nucleo Informativo.

Naimi era arrivato in Italia alla fine degli anni ’90 e dopo un periodo in Toscana si era trasferito nell’Alessandrino da uno zio. Anche i rapporti con il famigliare nel tempo si erano però interrotti. Finito nei guai per droga, per reati contro il patrimonio e per una rapina, Naimi era stato anche denunciato dallo stesso zio per una tentata estorsione. Il cittadino marocchino aveva spesso avuto atteggiamenti violenti anche nei confronti della moglie e dei due figli, entrambi ancora minorenni. Anche dopo il divorzio l’uomo non aveva smesso di tormentare l’ormai ex compagna e i genitori della donna. Solo pochi giorni prima dell’arresto si era presentato a casa degli ex suoceri pretendendo di vedere il figlio più piccolo. Naimi aveva “rinunciato” a radicalizzare il maggiore ma voleva a tutti costi riavvicinarsi al più giovane dei suoi figli, convinto di poterlo ancora condurre “alla corretta professione della fede islamica”.

L’uomo da qualche anno aveva iniziato ad alimentare una visione sempre più distorta dell’islam che aveva spaventato anche i membri delle due comunità islamiche di Alessandria. Anche grazie alle loro denunce Polizia e Carabinieri hanno puntato gli occhi su Naimi e monitorato con attenzione i suoi movimenti. Una delicata attività congiunta che ha permesso di raccogliere i necessari elementi per l’espulsione amministrativa per motivi di sicurezza nazionale. Arrivato il provvedimento, Mounir Naimi è stato scortato sul volo che l’ha riportato a Casablanca, dove ora è a disposizione delle autorità locali.

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