27 Gennaio 2018
05:00
Il Disit apre una finestra sull’affascinante mondo dell’Antartide
ALESSANDRIA – In Antartide era sera inoltrata. Il cielo alle spalle di scienziati e ricercatori in diretta dalla base “Mario Zucchelli”, però, aveva sfumature di grigio simili a quella uggiosa mattinata di giovedì ad Alessandria. Nei mesi dell’estate australe, da ottobre a febbraio, il sole non scende mai al di sotto dell’orizzonte ma durante il collegamento Skype con il Disit di Alessandria i luminosi raggi erano coperti da nuvole cariche di neve.
“Qui sono le 21.30 di una giornata bruttissima. E domani sarà peggio” ha esordito Franco Ricci, salutando studenti, docenti e anche piccoli appassionati di scienze radunati nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, in viale Teresa Michel. Il responsabile dei servizi tecnici e anche del nuovo acquario nella base italiana a Baia Terra Nova in Antartide quando parla di previsioni del tempo sa di non sbagliare, o quanto meno di avere solo un piccolo margine di errore. Tra le tute rosse della spedizione guidata da Alberto Della Rovere c’è anche un esperto meteo dell’Aeronautica. Conoscere le condizioni del tempo, del resto, è indispensabile per spostarsi in Antartide, ha sottolineato via Skype uno dei due piloti dell’Aeronautica che si occupa di trasportare ricercatori e scienziati in questa parte di mondo spazzata da forti venti gelidi che spingono le temperature anche a -50°.
In queste settimane sono 8 i progetti di ricerca portati avanti tra i ghiacci dell’Antartide, sotto la guida del coordinatore scientifico della missione italiana Maurizio Azzaro. La maggior parte dei progetti riguarda la biologia marina ma in Antartide le tute rosse vanno anche a caccia di meteoriti, studiano comportamenti e abitudini della colonia di pinguini imperatori a Cape Washington, la più grande al mondo, per valutare gli effetti dei cambiamenti climatici. Sempre gli scienziati italiani recentemente hanno anche scoperto tra il “pack” quella che per ora sembra essere l’unica zona di riproduzione del “Silverfish” il pesce d’argento che è la chiave della catena alimentare dell’Atlantico. Decisamente particolare è anche il pesce dal sangue trasparente, perché privo di emoglobina, che giovedì sguazzava nel nuovo acquario della base “Mario Zucchelli. La trentina di vasche, appena collaudate e in grado di processare circa 30 mila litri d’acqua, sono l’ultimo fiore all’occhiello della base italiana sulle coste dell’Antartide. “Un posto magico” ha raccontato la professoressa del Disit Maria Angela Masini. Due le missioni cui ha partecipato negli anni scorsi la docente del Corso di Scienze Biologiche, che ancora oggi si oggi si emoziona a ripensare a quei mesi tra i ghiacci. Perché oltre al “mal d’Africa” esiste, ed è forte, anche il “mal d’Antartide” in chi ha avuto la fortuna di fare ricerca e una “indimenticabile esperienza di vita” tra i ghiacci.