Autore Redazione
domenica
28 Gennaio 2018
05:32
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Cronaca - Valenza

A Valenza va in scena la cerimonia dei Ceri Fioriti

Dalle 9.45 il ricevimento in Comune, poi la messa in Duomo.
A Valenza va in scena la cerimonia dei Ceri Fioriti

VALENZA – Torna domenica 28 gennaio a Valenza, il tradizionale appuntamento con l’offerta dei Ceri Fioriti. La cerimonia inizierà alle 9.45 in Comune con il Vescovo Mons. Guido Gallese che poi deporrà in Duomo i ceri per dare avvio alla messa.  Il ricevimento si svolge in occasione della festa di San Massimo, protettore della città insieme a San Giacomo.

La storia racconta che quando, nel 1983, il Lions Club Valenza ristampò gli Antiche Statuti medioevali della città, e tre anni dopo pubblicò anche la traduzione delle parti in latino, vennero alla luce molte norme che regolavano in quei tempi la vita cittadina, alcune curiose, tutte molto interessanti.  Un gruppo di articoli, riguardanti l’Offerta dei Ceri Fioriti in occasione della festività patronale di San Massimo, suscitarono l’interesse del Parroco Don Luigi e della commissione Storia Locale del  Centro Comunale di Cultura, che assieme decisero di ripristinare la cerimonia.

Le antiche norme prescrivevano che si preparassero una serie di ceri, decorati con fiori colorati a rilievo, 4 a spese della Comunità e 2 a spese dei mugnai, e ancora altri da parte dei coloni, dei massari, dei proprietari e dei coltivatori diretti e indiretti, e degli artigiani di ogni arte.  Alla vigilia della festa di San Massimo, al vespro, si faceva una solenne processione, alla quale dovevano partecipare il Preposto, i Canonici, i Chierici della Chiesa  e tutti gli altri regolari e secolari di Valenza, assieme al Rettore, ai Sindaci e agli Anziani della Comunità e ai Consiglieri Comunali, per portare i ceri nella Chiesa di Santa Maria Maggiore.  Per ultimo si doveva portare il cero più grande, che doveva avere le quattro insegne del Duca di Milano, del Feudatario di Valenza, del Rettore e del Comune. Alla processione dovevano partecipare il trombettiere del Comune e i suonatori di strumenti musicali.  Il giorno successivo, alla Messa Grande in Santa Maria Maggiore, si doveva fare l’offerta degli altri ceri, che per metà rimanevano nella stessa Chiesa, e venivano accesi in particolari solennità, e per l’altra metà venivano portati, sempre in processione, nella chiesa di San Francesco.

A San Massimo la tradizione assegna il merito di aver salvato la città dalla minaccia delle invasioni barbariche, per aver trasferito le antiche comunità, prima insediate sulle colline verso Valmadonna, in una posizione più facilmente difendibile, perchè protetta dalla rocca verso il Po e dai profondi valloni. L’Offerta dei Ceri Fioriti era una straordinaria occasione di unità di tutta la popolazione valenzana, che vedeva accomunate le diverse arti e professioni e i diversi ceti sociali, le autorità religiose e quelle laiche, in una visione solidaristica di tutta la comunità.

Oggi come allora la cerimonia, adattata ai tempi moderni, ma sempre nel rispetto della tradizione, mantiene intatto il suo significato di voler invitare a superare le legittime differenze ideologiche e chiamare tutta la cittadinanza all’impegno unitario al fine di superare positivamente le diseguaglianze e risolvere i molti problemi che pesano sulla città.

 

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