15 Marzo 2018
14:55
Choc in centro ad Alessandria, Boano chiude: “Pausa di riflessione”
ALESSANDRIA – La notizia è di quelle che fanno male, soprattutto se si guarda al ciclo di chiusure che ha colpito Alessandria. Da oggi la polleria-gastronomia Boano è chiusa. Fuori due cartelli con la scritta “chiuso per ristrutturazione“, ma il timore è che dietro quell’avviso possa esserci qualcosa di più.
Molti cittadini questa mattina hanno provato a spingere quella porta, ma neanche tutta la forza possibile poteva smuovere quello che uno storico imprenditore ha deciso di chiudere. E non un imprenditore qualunque, ma Luigi Boano, ex Presidente di Ascom, figura storica di un negozio dove andare a comprare un pollo arrosto era un rito, dove il sabato trovavi decine di persone. L’insegna del negozio spicca in verticale agli estremi della via del cibo di Alessandria. Ora però un vero e proprio simbolo del commercio vacilla pericolosamente e una delle tre vie caratteristiche di Alessandria comincia a sgretolarsi.
“Dopo 63 anni di attività è giunto il momento di ripensare alle attività di famiglia, perché per il commercio tradizionale il paradigma è cambiato completamente – a parlare sono i fratelli Gigi e Marisa. “Dopo aver svezzato tre generazioni di alessandrini, Boano – polleria e gastronomia molto nota in città, in via San Lorenzo e aperta nel 1955 – ha deciso di prendersi una pausa di riflessione per progettare il futuro. Negli ultimi 10 anni – dicono Marisa e Gigi, che con il padre Vittorio hanno curato con professionalità, amore e passione ogni aspetto dell’attività di famiglia – il mondo del commercio tradizionale è stato completamente stravolto. Abbiamo provato a perseguire la via dell’innovazione, ma probabilmente ciò che vuole è una vera e propria rivoluzione. Ecco perché, ringraziando tutti i nostri clienti, abbiamo deciso di prenderci una pausa di riflessione, durante la quale la nostra famiglia deciderà come programmare il prossimo futuro”. Via San Lorenzo aveva resistito al tempo, alla crisi, ai cambiamenti, ed era riuscita a ritagliarsi un ruolo in città. Adesso i punti interrogativi sono giganteschi e l’ennesima chiusura è diventata un ossimoro: le vetrine mute sono un grido disperato, con il terrore di un effetto domino.