Autore Redazione
venerdì
5 Luglio 2013
00:00
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Cronaca - Alessandria

Giovannini di Confindustria traccia la strada per la ripresa: ‘accendiamo la luce, aiutiamoci a vicenda e investiamo nella ricer

Giovannini di Confindustria traccia la strada per la ripresa: ‘accendiamo la luce, aiutiamoci a vicenda e investiamo nella ricer

L’economia è ancora statica, anche in provincia, ma qualche timido segnale di ripresa comincia comunque a darlo. E’ a questi elementi che il mondo dell’industria si deve affidare per guardare con un po’ di ottimismo il futuro e tentare di fare, tutti insieme, ‘qualcosa di buono’. La frase è del presidente di Confindustria Alessandria, Marco Giovannini, mutuata dal noto economista Keynes: ‘larga parte delle nostre attività costruttive dipendono da un ottimismo spontaneo, piuttosto che da attese matematiche. La maggior parte, probabilmente, delle nostre decisioni di fare qualcosa di buono può essere assunta solo come effetto di impulsi istintivi (animal spirits), di un’urgenza spontanea ad agire piuttosto che all’inazione‘. Il perché di questa citazione Giovannini l’ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione della 155^ indagine congiunturale di Confindustria: “innanzitutto non dobbiamo aspettare che si accenda la luce, proviamo noi  ad accenderla ogni tanto evitando di aspettare chissà chi. Cerchiamo l’interruttore dentro a un tunnel e diamoci da fare. Occorre falro innanzitutto credendo sempre di più in quello che facciamo, perché la passione è la nostra caratteristica. In più è necessario aggiungere un minimo di solidarietà. Un ragionamento questo che faccio a tutti i livelli. Per me non esistono più di tanto confederazioni, associazioni, guelfi o ghibellini. Il mio vicino deve essere un amico e l’imprenditore di un’altra associazione è sempre un imprenditore come me. Per cui se ha bisogno di aiuto noi saremo sempre qui pronti a darglielo. Le divisioni in questo momento non servono”. Giovannini ha poi commentato amareggiato i sostegni all’occupazione sbandierati nelle ultime settimane. In Italia, ha spiegato, stanziare fondi per assumere persone non qualificate sarebbe inutile: “non riesco a coniugare, e spero che qualcuno me lo spieghi, il concetto di ricerca e innovazione con quello degli incentivi a giovani con la terza media. Se poi penso che noi siamo alla disperata ricera di ingegneri di qualunque nazionalità, di tecnici preparati, che continuiamo a formare, allora il concetto proprio mi sfugge. Il nostro terreno fertile è rappresentato da ragazzi geniali e non sottocupati o sottoculturati. Investire il denaro per favorire una persona con la licenza di terza media inoccupata da tempo credo significhi buttare un miliardo e mezzo di euro dalla finestra. Se avessimo investito questo denaro in laboratori e per incentivare i poli di formazione scientifica probabilmente avremmo ottenuto e otterremo molto di più”. Un ragionamento condiviso anche da Ivan Lo Bello, ospite ieri sera a Confindustria durante l’assemblea annuale del Gruppo giovani imprenditori.

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