24 Ottobre 2013
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Settore edile: anche in provincia la crisi non allenta la presa, nonostante un incremento degli investimenti
L’ultima indagine congiunturale del Collegio Costruttori edili della provincia di Alessandria conferma i dati negativi resi noti nei giorni scorsi dall’Ance regionale. I dati elaborati dall’Ufficio studi provinciale hanno infatti rivelato una situazione di stazionarietà per il prossimo semestre.
Nessuna delle imprese campione, infatti, prevede un aumento del fatturato nei prossimi sei mesi. Il 62% delle aziende ritiene che non ci saranno variazioni significative rispetto ai volumi del semestre precedente, mentre il restante 38% ne pronostica una riduzione. Pressochè stabile rispetto alla precedente indagine, poi, l’andamento del livello occupazionale. Solo il 39% delle imprese intervistate prevede infatti una riduzione, una tendenza supportata anche dalla dichiarata assenza di ricerca di manodopera specializzata e/o generica.
Rispetto all’indagine precedente, l’Ance provinciale ha tuttavia registrato un aumento del numero di imprese che prevede di effettuare investimenti immobiliari e non immobiliari (21% contro il 10% del 1° semestre 2013).
Anche le imprese edili dell’alessandrino continuano a soffrire per i ritardi nei pagamenti. In linea con i dati emersi dall’indagine regionale, anche in provincia si è però registrato un miglioramento degli indicatori rispetto agli ultimi anni. Le imprese intervistate, infatti, hanno dichiarato di dover aspettare mediamente 102,4 giorni contro i 133 giorni dichiarati nel semestre precedente. Il dato è quindi lievemente inferiore alla media regionale elaborata da Ance Piemonte, per il secondo semestre del 2013 risultata di 113,7 giorni (sei mesi fa era però 120 giorni). I giorni di attesa aumentano, però, se si tratta di committenti pubblici. La media per le imprese edili alessandrine sale infatti a 165,4 giorni, un dato più alto, quindi, rispetto alla media emersa dall’indagine dell’Ance Regionale, pari a 150 giorni.
Le imprese edili provinciali intervistate hanno infine lamentato la mancanza di commesse sia pubbliche che private e, in particolare, la forte riduzione dei bandi di gara pubblici, l’assenza di domanda di abitazioni, il costante (e solo in minima parte risolto) problema dei ritardati pagamenti, soprattutto da parte della Pubblica Amministrazione, e – non ultima – la pressoché totale indisponibilità del sistema creditizio a concedere finanziamenti alle imprese del settore.