7 Maggio 2018
05:00
Distretto Orafo. Valenza prima realtà italiana per export
VALENZA – Il 2017 è stato “un anno straordinario” per l’export del distretto Orafo di Valenza. Come emerso dal monitoraggio della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, l’Oreficeria valenzana ha fatto segnare un +33,8%, pari a un aumento di 524 milioni di euro. Raggiunto il massimo storico di 2 miliardi e 73 milioni di euro, il distretto Orafo di Valenza ha sorpassato Arezzo ed è salito al primo posto con il maggior valore esportato. Il 2017 è stato comunque un anno positivo per le esportazioni di quasi tutti i distretti piemontesi. Hanno chiuso in crescita 9 distretti su 11. In particolare, 4 distretti piemontesi si sono collocati tra i primi 20 distretti italiani in termini di crescita dell’export, in valore, nel 2017: Oreficeria di Valenza al primo posto, Dolci di Alba e Cuneo al quarto posto, Vini delle Langhe, Roero e Monferrato al sedicesimo posto, Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia al diciassettesimo.
Per quanto riguarda il sistema moda crescita importante anche per il Tessile di Biella (+7,6%), che nel 2017 ha raggiunto il proprio massimo storico di export, pari a 1 miliardo e 373 milioni di euro. Particolarmente virtuoso il comparto dell’abbigliamento.
Brillante l’aumento delle esportazioni dei distretti agro-alimentari. I Dolci di Alba e Cuneo nel 2017 si sono collocati al primo posto per crescita di export in valore tra i distretti agroalimentari italiani (+26%, corrispondenti ad un aumento di 248 milioni di euro). In aumento anche le esportazioni di Vini delle Langhe Roero e Monferrato (+10,2% nel 2017), Caffè, confetterie e cioccolato torinese (+9%), Riso di Vercelli (+4,8%). In controtendenza, invece, la Nocciola e frutta piemontese (-22,9%), penalizzata dalla forte diminuzione della produzione causata da fattori climatici e ambientali.
Complessivamente buona la situazione del settore della meccanica. Hanno registrato performance brillanti la Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia (+9,9%, pari a un aumento di 124 milioni di euro) e i Frigoriferi industriali di Casale Monferrato (+9,4%). Il 2017 si è invece chiuso con export in leggero arretramento per le Macchine tessili di Biella (-3,1%).
In lieve aumento infine l’export dell’unico distretto piemontese del sistema casa, i Casalinghi di Omegna (+2,4%), grazie ai mercati maturi (+3,3%), verso i quali si concentra l’export del distretto.
Luci e ombre sui poli tecnologici regionali. Aumenti considerevoli di export per il Polo ICT di Torino che ha visto le proprie esportazioni aumentare del 9,9% nel corso del 2017, grazie al traino dell’elettronica. In diminuzione, invece, le esportazioni del Polo aeronautico di Torino (-18,3%) che sono fortemente concentrate verso un numero limitato di Paesi.
Nell’ambito di una più generale analisi sui bilanci 2008-16 di 795 aziende appartenenti agli 11 distretti industriali del Piemonte (con fatturato complessivo di 13 miliardi di euro), a confronto con quelli delle imprese “non distrettuali”, emerge l’alta competitività delle aree distrettuali.
I distretti sono i protagonisti della ripresa in corso in Piemonte: nel 2017 il fatturato ha toccato nuovi massimi storici, distanziando del 12% i livelli raggiunti nel 2008.
Un contributo importante alla crescita è venuto dai mercati esteri, dove le imprese piemontesi distrettuali hanno toccato nuovi record storici: nel 2017 le esportazioni hanno raggiunto quota 8,8 miliardi di euro (pari a circa il 68% del fatturato totale). Svizzera, Francia, Stati Uniti, Germania e Cina sono i mercati in cui la crescita delle esportazioni in valore è stata più elevata tra il 2008 e il 2017. È poi alta la capacità dei territori distrettuali piemontesi di creare valore aggiunto: il surplus commerciale generato dai distretti regionali è salito a 6 miliardi di euro, un terzo circa dell’intero avanzo del manifatturiero piemontese.
«Alla base di questo successo – commenta Giovanni Foresti, della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – ci sono più fattori: la buona capacità di reazione alla crisi degli ultimi anni, che ha restituito un tessuto produttivo più forte e competitivo; una maggiore proiezione internazionale (mercati di sbocco mediamente più lontani di 485 km – escludendo il distretto Orafo di Valenza che esporta molto in Francia e Svizzera) accompagnata dalla crescente presenza all’estero con filiali produttive e commerciali; la diffusione di DOP e IGP nei distretti agro-alimentari; l’elevata intensità tecnologica dei distretti della meccanica, grazie anche ai forti legami con la filiera ICT di Torino.»
In Piemonte sono molte le aree di eccellenza distrettuale. Ordinando i distretti industriali oggetto dell’analisi per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica dei distretti migliori. I Vini delle Langhe Roero e Monferrato si collocano al 16° posto in Italia, la Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia al 17°, mentre altri 2 distretti del Piemonte sono tra i primi 60, su un totale di 153 distretti industriali: Tessile di Biella (27° posto) e Oreficeria di Valenza (53° posto). Altri distretti piemontesi si sarebbero potuti posizionare ai primi posti, ma sono stati esclusi per motivi dimensionali.
Secondo Cristina Balbo, Direttore Regionale Piemonte Valle d’Aosta e Liguria Intesa Sanpaolo: «Più elementi portano a pensare che i distretti industriali del Piemonte possano continuare a essere un punto di forza dell’economia della regione e dell’Italia. Su tutti, lo sviluppo di nuove imprese “champion” (costituiscono il 10,6% del totale imprese), imprese campioni di crescita e redditività che si stanno affermando grazie a un buon posizionamento strategico, altamente dinamiche e in grado di garantire un ricambio generazionale. In evidenza anche le imprese amministrate da giovani (il 7,5% del totale), che sono però ancora poche”.
Sono 84 le imprese champion distrettuali del Piemonte: tra queste spiccano, Panealba (Dolci di Alba e Cuneo), Ruffoni (Casalinghi di Omegna), Santero Fratelli & C. (Vini delle Langhe, Roero e Monferrato), Lawer SpA (Macchine tessili di Biella), Rubinetterie Codor (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Caleffi (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Vitale Barberis Canonico (Tessile di Biella), Carlo Poletti (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Fima Carlo Frattini (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Fratelli Pettinaroli (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Successori Reda (Tessile di Biella), Raselli Franco (Oreficeria di Valenza), Soft NW (Tessile di Biella), Cantine dei Marchesi di Barolo (Vini delle Langhe, Roero e Monferrato), Recarlo (Oreficeria di Valenza).
Tra le 60 imprese giovanili spiccano Caffè Vergnano (Caffè, confetterie e cioccolato torinese), Erreesse (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Guidi (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), Zanellato (Rubinetteria e Valvolame di Cusio-Valsesia), F.T.C. (Tessile di Biella), Rolando Sas di Rolando Francesco (Vini delle Langhe, Roero e Monferrato), Costanzo e Rizzetto (Oreficeria di Valenza), Riseria di Asigliano (Riso di Vercelli), Catananti (Oreficeria di Valenza), Golosi di Salute (Dolci di Alba e Cuneo).
“Il tessuto produttivo italiano e distrettuale – aggiunge Balbo – ha però davanti a sé una nuova sfida: la trasformazione verso un modello di “impresa 4.0”, che non vuol dire soltanto acquisti di macchinari, software e formazione, ma anche un diverso modo di operare in azienda. La prossimità geografica, propria dei distretti, può essere uno strumento per imparare prima che altrove come si diventa concretamente “4.0”, con un processo di imitazione delle imprese del territorio e di evoluzione delle soluzioni già presenti sul mercato. Intesa Sanpaolo è pronta a sostenere le imprese che vogliono investire sulla crescita del proprio business: a livello nazionale, abbiamo in programma di erogare 250 miliardi di nuovo credito nei prossimi quattro anni, 15 andranno a famiglie e imprese piemontesi. E se la domanda dovesse essere più forte, siamo pronti ad accelerare.”