19 Novembre 2013
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Anche Alessandria nell’operazione antidroga partita dall’Olanda
Ha ramificazioni anche in provincia di Alessandria l’operazione antidroga della Polizia Giudiziaria della Squadra Mobile di Genova, rinominata “Makocu”. Le forze dell’ordine questo martedì hanno smantellato un traffico internazionale di cocaina in arrivo dall’Olanda, smerciata poi in Liguria. Sono sette le persone arrestate su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli agenti hanno poi eseguito oltre 20 perquisizioni domiciliari a carico delle persone indagate a piede libero e di soggetti ritenuti abituali acquirenti di droga, domiciliati nelle province di Milano, Prato, Pistoia, Cuneo e anche Alessandria.
L’attività esperita dalla Squadra Mobile di Alessandria ha in particolare riguardato l’esecuzione di un provvedimento di perquisizione nei confronti di una persona (N.D.) residente in provincia. Il controllo ha permesso di ritrovare un bilancino di precisione, sostanza bianca da taglio e altri elementi riconducibili ad un verosimile traffico di sostanza stupefacente. Durante la perquisizione gli agenti hanno inoltre trovato e posto poi sotto sequestro una pistola semiautomatica marca Steyer cal. 9 e alcune munizione illegalmente detenute.
L’operazione, coordinata dal Sostituto Procuratore pressola Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, dott. Alberto Lari, ha accertato l’esistenza di un gruppo criminale albanese, composto da soggetti tutti provenienti dalla città di Shkoder che negli ultimi anni ha sistematicamente organizzato trasporti di sostanza stupefacente in Italia, rifornendo di ingenti quantitativi di cocaina la “piazza” del Tigullio.
L’indagine era partita nel 2010 da alcune informazioni raccolte dal personale del Commissariato di Chiavari, relative ad accese discussioni tra gruppi di albanesi rivali che si contendevano il locale mercato della droga. Gli agenti hanno così iniziato a monitorare alcuni spacciatori arrivando così a individuare una vera e propria organizzazione criminale internazionale.
Gli investigatori hanno ricostruito numerosi episodi di spaccio, individuando i vari componenti dell’organizzazione: i capi, i custodi dello stupefacente e coloro che si occupavano dello smercio della droga a Sestri Levante (GE), Lavagna (GE), Chiavari (GE), Genova e Prato.
A capo dell’organizzazione è stato individuato Zamir Ftoni, 37 anni, che di recente ha modificato in Albania il suo nome e cognome in Bamir Hysi. L’uomo è stato arrestato nel corso della notte a Milano.
Era lui che importava, prevalentemente dall’Olanda, quantitativi di cocaina destinata a numerose province italiane. I carichi di droga, trasportati da corrieri appositamente assoldati, raggiungevano prima la Lombardia, dove venivano divisi tra le “piazze” di Milano e Bergamo. La restante parte di droga veniva poi inviata in Toscana, principalmente nelle province di Prato e Pistoia. Da lì, una volta al mese, partivano dei “corrieri” che trasportavano almeno due/tre chili di cocaina purissima in Liguria, pronta per essere tagliata e venduta al dettaglio nella provincia di Genova.
Luogo di smistamento principale era Chiavari, città di residenza di Arsen Hysja, 27 anni, nipote di Zamir Ftoni, ora tra gli arrestati. La droga in custodia veniva poi trasportata da un altro componente dell’organizzazione, attualmente ricercato, che si occupava di rivenderla sulla piazza di Genova, in particolare nelle zone del ponente cittadino.
Arsen Hysja, principale punto di riferimento nella provincia ligure per i vertici dell’organizzazione, organizzava invece la custodia e vendita di ingenti quantitativi di droga nel Tigullio, in particolare Sestri Levante, Lavagna e Chiavari; città nella quale riforniva anche alcuni insospettabili liberi professionisti, artigiani e piccoli imprenditori, tutte persone con disponibilità economiche che non avevano difficoltà a prenotare e acquistare cocaina anche più volte alla settimana per il proprio fabbisogno personale.
Nel corso delle indagini sono state arrestate in flagranza altre sette persone, tra Chiavari, Prato e Pistoia. Il 22 febbraio 2010 era finito in manette a Chiavari il DJ Francesco Gaglioti, 30 anni, trovato in possesso di oltre 100 grammi di cocaina, acquistata poco prima da alcuni corrieri dell’organizzazione. Pochi mesi dopo, il 16 Luglio 2010 erano stati poi arrestati in Toscana, a Montecatini, quattro cittadini albanesi ed un italiano trovati in possesso di 520 grammidi eroina. Gli albanesi erano uomini della banda, diretti referenti per lo spaccio al dettaglio di un altro cittadino albanese, Kastriot Tushaj, arrestato poi a Prato. Questi riscontri investigativi, hanno spiegato gli inquirenti, sono stati decisivi per arrestare il 35enne, da anni residente a Quarrata, in provincia di Pistoia.
Nel corso delle indagini, a dimostrazione della particolare capacità di penetrazione nel territorio, si è accertato come l’organizzazione criminale monitorata era in grado addirittura di soddisfare le richieste di alcuni clienti di Montecarlo.
La gang è risultata particolarmente agguerrita posto che è stato anche accertato come nel Luglio del 2009 un cugino del capo Zamir Ftoni sia stato assassinato ad Amsterdam.
Due persone sono state sottoposte alla misura cautelare degli arresti domiciliari: Bruno Raucci, 45 anni, di Chiavari, di professione fuochino, attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (CE) per altra causa e Luigi Mezzullo, 54 anni, di Casarza Ligure, attualmente disoccupato. Entrambi risultano aver acquistato dall’organizzazione criminale monitorata mezzo chilo di cocaina.
Ulteriori 12 persone sono indagate in stato di libertà per i reati di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio in concorso.
Le Autorità svizzere hanno inoltre tratto in arresta a Ginevra un cittadino albanese di 36 anni, Samet Shmidra. L’uomo, cugino di Zamir Ftoni, è ritenuto al vertice dell’organizzazione con il ruolo di raccolta del denaro proveniente dalla vendita degli ingenti quantitativi di cocaina importati sul territorio nazionale dalla banda. Risponde del reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanza stupefacente. All’esito delle procedure di esecuzione del provvedimento, l’Autorità Giudiziaria italiana ne richiederà l’estradizione.