Autore Redazione
mercoledì
15 Gennaio 2014
00:00
Condividi
Cronaca - Valenza

Il coraggio di sognare e sfidare la crisi: un valenzano da Santoro per raccontare l’Italia ideale

Il coraggio di sognare e sfidare la crisi: un valenzano da Santoro per raccontare l’Italia ideale

E’ difficile immaginare il futuro dell’Italia. Un esercizio ancora più complicato per i giovani che affrontano ora il mondo del lavoro. Lo ha spiegato anche Alessandro Ferraris, assegnista di ricerca al Politecnico di Torino, giovane valenzano, che venerdì scorso ha partecipato alla trasmissione di Michele Santoro ‘Servizio Pubblico’. Alessandro, insieme al collega Andrea Airale, ha descritto i timori della sua generazione davanti a un momento storico ed economico funesto: “io sono un ottimista inguaribile – ha esordito Alessandro – e credo tantissimo nelle potenzialità di questa nazione e della mia generazione. La parola crisi vuol dire anche opportunità. Però vedo veramente poca motivazione e vedo una classe politica molto distante da noi. L’incapacità di proporre soluzioni concrete sta prevalendo sulle grandi potenzialità di un territorio.”
Alessandro ha parlato anche di una frattura generazionale quasi storica: rischiamo di avere una generazione che salta perché se un’azienda chiude molto difficilmente trasferirà il know-how su altre realtà. Vuol dire che in poco tempo potrebbe saltare la conoscenza tipica di un territorio. Io rappresento un territorio, quello torinese ma anche quello valenzano, che si sta perdendo e questo mi preoccupa molto. Io non vedo un problema generazionale come contrasto tra giovani e anziani, anzi, questo è un aspetto formativo. Quello che vedo concretamente è l’assenza di un passaggio di testimone, l’esperienza non passa da una generazione all’altra, rischiando di creare un pericoloso buco.”
Questa situazione potrebbe indurre a fuggire dall’Italia e a tentare la fortuna altrove, ma Alessandro respinge questa possibilità: “questa è una cosa che non mi piace e non voglio fare. Io ci tengo a far valere la mia provenienza geografica. Io ritengo di essere il frutto del territorio in cui sono cresciuto. Voglio far valere la mia provenienza geografica in tutto quello che faccio.”
La volontà di continuare a scommettere sull’Italia e sul suo futuro è data dalla costituzione dell’impresa creata da Alessandro con i suoi colleghi, la Beond srl (sito), un’azienda che lavora su un veicolo a mobilità sostenibile: quadricicli leggeri e pesanti per la mobilità urbana di nuova generazione. Veicoli da produrre nell’area torinese ma anche nell’alessandrino “dove ci sono bellissime realtà perfettamente capaci di dare attuazione a questo progetto – ha concluso Alessandro Ferraris.”
In questa avventura Alessandro è affiancato da altri giovani, come Andrea Airale, anche lui ospite alla trasmissione Servizio Pubblico e convinto che il Paese possa ancora raddrizzarsi: “il futuro è molto incerto ma abbiamo adottato una forma di ribellione propositiva: non starci. Nonostante la crisi politica, dei consumi, la crisi dell’economia vogliamo comunque costruircelo il futuro e c’è solo un modo per farcela: sognare e andare avanti. Dal 2007 ci siamo circondati di imprenditori che hanno voglia di farcela, di investire e di arrivare a risultati concreti. Sicuramente la strada è ancora lunga ma noi vogliamo andare avanti per tentare di costruirci questo futuro.”
Andrea vuole guardare agli aspetti positivi per evitare di rimanere fermi inutilmente a piangersi addosso: “la nostra generazione ha la responsabilità di tirarsi su le maniche e fare in modo che si torni al benessere, agli investimenti sulle nuove tencologie, a nuovi posti di lavoro. Sicuramente non siamo più un paese della produzione di massa come una volta in cui il grosso del lavoro è manodopera non qualificata. Se vogliamo essere competitivi dobbiamo investire. Sembrano frasi fatte ma in realtà questi discorsi li vediamo applicati davvero poco. Io sono un ottimista perché l’università, le imprese italiane, gli italiani hanno grandi potenzialità e strumenti. Occorre sognare, rimanendo ancorati per terra riconoscendo i limiti”.

Condividi