21 Giugno 2018
09:50
Polo chimico: in appello conferma disastro colposo ma pene ridotte
TORINO – La sentenza di secondo grado del processo per l’avvelenamento delle falde nel polo chimico Spinetta Marengo non ha sostanzialmente modificato l’impianto della Corte d’Assise di primo grado. È cambiata solo l’entità delle pene comminate inizialmente. La Corte d’Assise d’appello ha confermato il reato di disastro ambientale colposo anziché l’avvelenamento doloso delle falde come contestato dalla Procura.
Per i vertici gestionali, rappresentati da Carlo Cogliati, Bernardo Delaguiche e Pierre Jacques Joris è stata confermata l’assoluzione mentre sono state ridotte da 2 anni e mezzo a 1 anno e 8 mesi le pene nei confronti di Giorgio Carimati, Giorgio Canti e Luigi Guarracino, con in più i benefici della condizionale e della non menzione. Non si procederà nei confronti di Salvatore Francesco Boncoraglio, per prescrizione e infine assoluzione per Giulio Tommasi, nei cui confronti, in primo grado, era stata dichiarata la prescrizione. Mantenuti inoltre i risarcimenti alle parti civili tranne che per il Comune di Alessandria. Per Solvay la condanna è ingiustificata anche se ridotta, e per questo ha annunciato ricorso in Cassazione, mentre per l’ambientalista Lino Balza l’esito del processo è “la prova che non esiste giustizia in campo ambientale“.