23 Gennaio 2014
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Nel 2013 perse più di 2mila imprese piemontesi
La crisi della domanda interna che ha caratterizzato il 2013 ha ulteriormente indebolito il tessuto produttivo piemontese. Come avvenuto nel 2012, infatti, il sistema imprenditoriale regionale ha registrato una nuova contrazione.
Nel 2013 sono nate 28.630 aziende in Piemonte, a fronte delle 28.904 nuove iscrizioni registrate nel 2012. Al netto delle 31.119 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio e in incremento rispetto alle 30.834 del 2012), il saldo è negativo per 2.489 unità (nel 2012 il saldo era pari a -1.930), dato che porta a 454.613 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2013 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,54%, contrazione di maggiore entità rispetto al -0,41% del 2012. La dinamica piemontese risulta in controtendenza rispetto al tasso di crescita registrato a livello complessivo nazionale (+0,21%).
“Continuano a resistere solo le imprese che innovano e che internazionalizzano. Questi sono i segnali che emergono dall’analisi della nati-mortalità delle imprese piemontesi: nel 2013 abbiamo perso 2.489 realtà imprenditoriali, spesso piccole, non strutturate e legate a settori tradizionali. Incapaci di fare rete e di affacciarsi oltre confine. Oggi più che mai, le imprese hanno bisogno del nostro aiuto, di incentivi fiscali per le start up e l’imprenditoria femminile e giovanile, di un accesso al credito semplificato, di politiche volte all’attrazione di investimenti e alla promozione dei nostri prodotti ‘Made in’. Politiche, queste, che le Camere di commercio attuano da sempre, in quanto Autonomie funzionali, per creare un terreno fertile all’insediamento di imprese nel nostro territorio e per aiutare quelle già insediate a irrobustirsi e a crescere” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte
Il dato regionale scaturisce dagli andamenti negativi rilevati in tutte le province, ad eccezione di Novara che mette a segno un +0,25%; Alessandria (-1,61%), Asti (-1,59%), Cuneo (-1,03%) e Biella (-1,00%) sono i territori che registrano le flessioni più sostenute. Risultano più intense rispetto alla media regionale anche le contrazioni del Verbano Cusio Ossola (-0,84%) e di Vercelli (-0,62%), mentre è più contenuta la perdita registrata a Torino (-0,11%).
Dall’analisi per classe di natura giuridica, si osserva come le società di capitale (+1,81%) e le altre forme (+18,68%) continuino a caratterizzarsi per tassi di crescita positivi, mentre permangono in terreno negativo le dinamiche delle imprese individuali (-1,60%, a fronte del -0,99% del 2012) e delle società di persone (-1,12%).
Valutando le variazioni annuali dello stock di imprese registrate per settori di attività economica, si osserva come soltanto il turismo e gli altri servizi presentino dati positivi (rispettivamente +0,83% e +0,50%); risultano negative, invece, le variazioni registrate da tutti gli altri settori di attività economica, comprese tra il -0,59% del commercio e il -4,46% dell’agricoltura, passando per il -2,63% delle costruzioni e il -2,26% dell’industria in senso stretto.