25 Luglio 2018
05:00
Contro il fuoco, tra nubifragi e macerie. Il lavoro dei Vigili del Fuoco
ALESSANDRIA – Domare e spegnere incendi è solo una parte del loro lavoro. Che sia giorno o notte, i Vigili del Fuoco intervengono in caso di incidenti stradali, alluvioni, allagamenti, partono immediatamente per soccorrere le popolazioni colpite da eventi sismici e, se serve, salgono anche sugli alberi per salvare un gatto. Il lavoro del pompiere ha tante sfaccettature che chi è Vigile del Fuoco racconta con grande umiltà, senza nascondere che, a volte, è “dura” anche per loro.
Per un Vigile del Fuoco è obbligatorio non rimanere “mai senza acqua” ma proprio l’acqua rovesciata dalle minacciose nuvole che negli ultimi giorni hanno oscurando l’estate ha comportato una mole di lavoro extra per i pompieri della provincia. Sulla carta, 250 operativi, tra cui due donne, che si dividono tra la sede Comando provinciale di Alessandria, in via San Giovanni Bosco, e i cinque distaccamenti di Acqui, Casale, Novi Ligure, Tortona e Ovada. A loro si aggiungono i pompieri volontari di Valenza. I numeri rimangono comunque bassi rispetto alle richieste di “soccorso tecnico urgente” che arrivano dai cittadini dell’Alessandrino.
Lo scorso anno il telefono della centrale operativa dei Vigili del Fuoco ha suonato 7 mila volte, per una media, quindi, di 19 interventi al giorno. Sono state una quarantina, però, le richieste raccolte solo durante il violento nubifragio che lunedì 16 luglio ha colpito in particolare Valenza e Alessandria e decine quelle che nel fine settimana sono poi arrivate da Piovera, Molino dei Torti e Castelnuovo Scrivia. Quando le chiamate si sovrappongono la priorità è determinata dall’urgenza ma la carenza d’organico si fa sentire. Nell’Alessandrino mancano cinquanta Vigili del Fuoco, ha spiegato il Comandante provinciale, l’ing. Claudio Giacalone. Intorno al 7 agosto arriveranno una trentina di pompieri ma 25 operatori oggi in servizio in provincia verranno trasferiti. Fatti i conti, nell’Alessandrino avremo solo cinque unità in più. “Anche un solo uomo è comunque utile”, ma la speranza del Comandante provinciale è che arrivino presto altri “rinforzi”.
Anche se negli ultimi giorni sono stati vento e pioggia a caricare di lavoro i pompieri, con il caldo la minaccia è il vorace fuoco, capace di divorare interi campi. I pompieri, poi, intervengono direttamente anche per gli incendi boschivi e possono contare sulle competenze di due DOS, specializzati proprio nel dirigere le operazioni e valutare l’opportunità di richiedere l’intervento dei canadair da Torino per un supporto dall’alto. Sono un centinaio, manutenzioni permettendo, i mezzi che invece si muovono a terra nell’Alessandrino. Ognuno ha una specifica funzione, compresa quella di verificare i livelli di radioattività o di soccorrere persone lungo i corsi d’acqua.
Il più utilizzato è l’Aps, l’Auto pompa serbatoio. In cinque salgono sul camion, dotato di attrezzature specifiche per soccorrere automobilisti incastrati tra le lamiere e anche di un suo serbatoio. Compito dell’autista è anche quello di “parzializzare” la riserva d’acqua dell’Aps fino all’arrivo dell’autocisterna. Le valvole dell’Auto pompa serbatoio vanno ruotate con cautela perché, alla massima potenza, riescono a spingere con forza indietro il Vigile del Fuoco e a prosciugare il serbatoio in soli 4 minuti.
Competenze, professionalità ed esperienza permettono comunque di intervenire in qualsiasi situazione. Quello che fa davvero la differenza, hanno raccontato i Vigili del Fuoco, è però “la fiducia nella squadra“, perché chi sale a metri di altezza, fronteggia muri di fuoco e fumo deve sapere di poter contare su un collega che gli guarda le spalle e che non lo lascerebbe mai cadere.