11 Agosto 2018
18:53
Io mamma si-vax insultata perché voglio proteggere mia figlia
TERRUGGIA – Non chiamatela mamma coraggio, perché la battaglia che Roberta Amatelli sta portando avanti con suo marito Rosario e altre madri “è qualcosa che farebbe qualsiasi genitore per difendere i propri figli“. La coppia vive a Terruggia, a pochi minuti di macchina da Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, e ha una figlia di tre anni: Viola. “Sin da piccolissima ha avuto problemi alle vie biliari. Una situazione critica. Andavamo avanti giorno per giorno senza sapere se ce l’avremmo fatta“. La bambina, quando aveva solo otto mesi, è stata infatti sottoposta a un trapianto di fegato. Nonostante Viola ora stia fortunatamente bene, il suo livello di difese immunitarie è molto basso “anche per questo non può attualmente venire protetta da morbillo, rosolia e varicella“. Malattie di per sé non pericolose se si è vaccinati, ma potenzialmente molto dannose per chi è immunodepresso.
A settembre i genitori di Viola la vorrebbero iscrivere alla scuola materna “per farla interagire normalmente con i bambini della sua età. Insomma per farle conoscere meglio il mondo esterno“. C’è un però ed è da rintracciarsi nelle nuovo regole imposte dalla ministra della Salute Giulia Grillo. Parliamo dell’obbligo flessibile ovvero una la linea tracciata dal Ministero che non elimina l’obbligatorietà ma che prevede “misure non coercitive di vaccinazione sui territori, e quindi anche nelle regioni e nei comuni dove ci sono tassi più bassi di copertura vaccinale o emergenze epidemiche“, aveva detto la Grillo presentando il progetto di legge l’8 agosto. Già, un progetto, che non verrà esaminato prima di settembre quando, con le scuole ormai iniziate, verrà discusso il decreto Milleproroghe (già passato alla Camera) che contiene anche la proposta della ministra pentastellata. Per l’anno scolastico 2018/2019 si è così optato per l’autocertificazione da presentare agli istituti scolastici e in cui i genitori testimoniano l’avvenuta vaccinazione dei figli.
“Questa pratica non può lasciare tranquilli i genitori dei bambini immunodepressi. Mancano controlli seri a tutela di chi ha difese immunitarie basse e non. E anche la proposta di creare classi apposta per chi ha problemi si deve vedere come un palliativo e una ghettizzazione. Siamo tornati al Medioevo“, ha aggiunto Roberta. Da qui l’idea di lanciare una raccolta firme si-vax che ha già ottenuto oltre 130 mila firme. “L’idea era quella di far sentire la nostra voce. Mia come di tante altre mamme nella stessa situazione. Volevamo far arrivare i nostri problemi, le nostre difficoltà, alla politica ma per ora, da parte delle istituzione, non sono ancora arrivati riscontri. Siamo comunque orgogliosi che da Terruggia sia nato tutto questo clamore. Non è una cosa però che si ferma all’Alessandrino, ma che coinvolge tutta l’Italia“, ha continuato Roberta. Ma la cosa peggiore per questa coppia sono stati gli insulti di chi a vaccinare i figli proprio non ci pensa: “Non credevo che la cattiveria di alcuni arrivasse a tanto. Mi hanno detto di mandare Viola a scuola in ospedale o che addirittura sarebbe morta lo stesso perché curandola l’ho obbligata a una vita di stendi e misera“. Questa mamma però non si è tirata indietro ed è andata avanti per la sua strada. “Oltre agli attacchi abbiamo ricevuto anche tanti messaggi di affetto e questa è la benzina migliore per farci andare avanti“.
Una presa di posizione forte è arrivata anche da presidi e dirigenti scolastici: “Sono pronti a fare controlli a tappeto nelle classi e negli istituti dove bambini come Viola andranno. Ma siamo certi, e questo ci scoraggia, che le famiglie no-vax impugneranno ogni decisione. Il nostro è un grido disperato che parte dall’alessandrino per arrivare in tutta Italia. Ma anche un appello che deve essere visto come un monito: cerchiamo di far capire che il pericolo non riguarda solo i bambini immunodepressi ma anche gli adulti o chi ha deciso di eludere l’obbligatorietà della vaccinazione“. Poi un ultimo appello: “La scienza è una cosa, la politica un’altra. Facciamo che le due cose si incontrino ma che non si mischino per portare avanti ideologie non suffragate da metodi scientifici“.