Autore Redazione
martedì
14 Agosto 2018
05:05
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Cronaca - Ovada

“Basta cinghiali e caprioli, agire ora”: produzioni agricole a rischio

Il grido di allarme lanciato dagli imprenditori vitivinicoli della provincia. Tante le segnalazioni raccolte dalla Confederazione Italiana Agricoltori
“Basta cinghiali e caprioli, agire ora”: produzioni agricole a rischio

PROVINCIA – Una vera e propria emergenza, senza soluzioni da almeno dieci anni. Sono tante le aziende della provincia di Alessandria minacciate dalla fauna selvatica. Anche quest’anno, infatti, una parte significativa dei raccolti è a rischio. La Confederazione Italiana Agricoltori sta continuando a raccogliere le numerose segnalazioni degli imprenditori danneggiati da cinghiali e caprioli. Molti di loro, ha sottolineato la stessa Cia, non procedono nemmeno più alla richiesta dei danni agli enti competenti (la fauna selvatica è proprietà dello Stato, ndr).

“Siamo sempre alle solite” ha sottolineato Italo Danielli titolare dell’azienda vitivinicola La Valletta, di Cremolino e già dirigente Cia Alessandria “i danni sono rilevanti, nonostante quanto fatto in potere alle organizzazioni di categoria, alle segnalazioni e alle manifestazioni di protesta. La situazione non si risolve. Sono certo che se trovassimo un giornale di dieci anni fa, la cronaca di questi fatti non sarebbe diversa. Più passa il tempo più mi rendo conto che il nostro settore non è tutelato: noi agricoltori vogliamo portare a casa il raccolto, invece spendiamo tempo e risorse per cintare e trovare protezione dalla fauna selvatica. Quest’anno non abbiamo vissuto gravi difficoltà di meteo – nessuna gelata né siccità, che insieme alla fauna selvatica hanno ridotto la mia produzione di circa il 70%, ma i raccolti saranno ugualmente rovinati. Facciamo fatica a capire perché non si risolva la questione: capiamo che gli interessi siano diversi, ma mettere in gioco l’esistenza delle aziende di determinati territori è sconvolgente. Il rischio concreto è la chiusura delle attività. In un periodo in cui il territorio si spende molto per la promozione e la ricerca di nuovi mercati, il pericolo è che venga a mancare il prodotto. Per le imprese, l’asticella della redditività passa dal segno positivo a quello negativo in un attimo!“.

“Siamo sotto scacco di questi animali” ha proseguito Danielli a Radio Gold “e non abbiamo fiducia nelle istituzioni che dovrebbero trovare una soluzione. Assistiamo a uno “scaricabile” della politica, a tutti i livelli. Che fare? Stiamo parlando di animali non autoctoni. Bisognerebbe abbatterli, magari con battute di caccia straordinarie. Difficile dormire la notte con questi problemi che ogni anno dobbiamo affrontare, è come se un lavoratore dipendente perdesse 4 o 5 buste paga all’anno. Tra circa un mese comincia la vendemmia e nel noccioleto gli animali selvatici hanno già cominciato a fare danni: praticamente le nocciole non toccato nemmeno terra, vengono subito mangiate”.

Arrabbiato anche Roberto Porciello, titolare dell’azienda vitivinicola Cascina Boccaccio, di Tagliolo Monferrato: “Un cinghiale ha attaccato anche il mio cane” ha raccontato “ha nove cuccioli e c’è solo da immaginare cosa potrà succedere. In due o tre notti possono fare piazza pulita. Ora capita anche di vederli vicino alle case. Insomma, la situazione è drammatica. Il problema vero è il silenzio assordante delle istituzioni. Occorre tutelare i nostri prodotti. Cosa fare? Magari anticipare la caccia, basti pensare che l’anno scorso la stagione venatoria è iniziata una volta finita la vendemmia. Per noi questo ha rappresentato una vera e propria beffa”.

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