Autore Redazione
mercoledì
19 Marzo 2014
00:00
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Cronaca - Italia

Le Pmi ‘ignorano’ i social network e buttano la chiave per aprire le porte dei mercati esteri

Le Pmi ‘ignorano’ i social network e buttano la chiave per aprire le porte dei mercati esteri

In questi anni di crisi economica è soprattutto l’export a tenere a galla l’economia nazionale e provinciale. La strada che punta ai mercati esteri sembra essere l’unico percorso in grado di condurre le imprese italiane alla fine del tunnel. Fondamentale, soprattutto per le imprese più piccole, è quindi trovare la chiave in grado di spalancare le porte verso i Paesi Esteri. Un passe-partout ignorato, o quantomeno sottovalutato, è il mondo dei social network. Facebook, twitter, ma anche piattaforme più professionali come linkedIn rappresentano un’opportunità per pubblicizzare a basso costo imprese e prodotti italiani. Eppure, tra i piccoli e medi imprenditori del Bel Paese continua a esserci una certa diffidenza verso il mondo dei social network. In base ai dati raccolti da Doxa Digital, analizzati da Alberto Magnani nell’articolo pubblicato martedì dal Sole24Ore, solo il 35% delle 668 Pmi interpellate durante l’indagine ha un profilo facebook. “Sembra una assurdità, ma questo è il dato” ha spiegato Magnani ai microfoni di Radio Gold News. “L’ossatura fondante della produzione industriale italiana” ha sottolineato “stenta  ad aprirsi al mondo digitale”. Eppure, sempre in base alla ricerca Doxa Digital, chi ha superato le diffidenze e ha abbracciato il mondo social ha guadagnato una visibilità all’estero anche quattro volte superiore a quella delle imprese rimaste ancorate ai “vecchi sistemi”. Per attirare i buyers esteri non basta ovviamente avere un profilo facebook o “cinguettare” offerte e promozioni. L’atteggiamento passivo rispetto ai social network è bandito perché le varie piattaforme vanno studiate con attenzione. Un’azienda che vuole esportare in Cina, ha spiegato Alberto Magnani, deve ad esempio ‘evitare’ facebook, poco utilizzato rispetto ad altre piattaforme. Proprio la ‘creazione’ di Mark Zuckerberg è invece la chiave in mano ai produttori di vino che vogliono raggiungere il Giappone. Attenzione poi alla lingua utilizzata sui siti internet. Per diffondere il proprio brand nella rete, l’inglese è infatti solo il punto di partenza. La maggior parte della popolazione russa, anche quella dal portafoglio più gonfio, non conosce bene l’inglese e chi punta a Mosca non può omettere una dettagliata descrizione di azienda e prodotti in russo. Stesso discorso anche per India, Brasile, Cina ossia i famosi ‘BRICS’ “mercati che continuiamo a chiamare emergenti anche se ormai sono emersi già da un po’’ ha sottolineato Magnani. Per raggiungere i mercati esteri, quindi, le Pmi devono smettere di essere “produttive ma isolate” ha chiosato la firma del Sole24Ore giocando con l’acronimo delle Piccole e medie imprese e cominciare a seguire il mantra “più facebook, più consapevolezza nell’uso di facebook , più export”.

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