24 Agosto 2018
15:10
Arpa chiarisce su incendio: “L’odore? Da solo non indica il pericolo”
ALESSANDRIA – “Nessun rischio per la popolazione, nessun dato tenuto nascosto”. Arpa Alessandria ha voluto fare chiarezza sul modus operandi dei tecnici durante “problematiche così complesse da gestire” come l’incendio alla discarica Aral di Castelceriolo.
Il direttore provinciale dell’Agenzia Alberto Maffiotti ha spiegato come ha funzionato l’intervento di martedì: “I primi ad arrivare sul posto sono stati i Vigili del Fuoco. Poi siamo arrivati noi, siamo reperibili 24 ore su 24 e entro un’ora al massimo dobbiamo essere sul posto. Martedì lo abbiamo raggiunto alle 21.20. Il primo step ha riguardato la misurazione della qualità dell’aria e capire dove si stava dirigendo il fumo”.
Informazioni fondamentali per poi far scattare l’invito a chiudere le finestre e a spegnere i condizionatori alimentati dall’esterno. “Questa è la prima forma di autodifesa. Il rischio” ha precisato il massimo dirigente di Arpa provinciale “si alimenta infatti da due fattori, il tempo di esposizione e la concentrazione di sostanze pericolose. Con le finestre chiuse e i condizioni spenti si è azzerato il più possibile il tempo di esposizione, a prescindere dalla pericolosità, che in quei primi momenti non eravamo ancora in grado di rilevare. Occorre che i cittadini facciano propria la cultura della prevenzione. Perché far spegnere i condizionatori? Per evitare di far sporcare i filtri”.
Secondo quanto appreso da Arpa i fumi martedì hanno prima transitato sulla zona artigianale D5, per poi proseguire verso Spinetta Marengo e Litta Parodi. In un secondo momento i venti lo hanno trasportato verso Alessandria, poi il vento è ancora cambiato e ha riguardato Lobbi e la frazione Pagella.
Per monitorare l’eventuale presenza anomala di sostanze organiche è stato usato il Pid, un detector della foto-ionizzazione. A Spinetta e Lobbi sono stati registrati valori molto bassi, rispettivamente 80 e 200. Invece nell’area dentro Aral dove si stavano propagando le fiamme si è toccata quota 4 mila. “L’odore? La percezione immediata è maggiore rispetto a quella di un rischio reale. Il solo odore non è indicatore di pericolo. E poi esistono delle sostanze molto pericolose ma che non hanno odore”.
Maffiotti ha infine chiarito un altro punto controverso e sul quale tanti ascoltatori hanno chiesto una spiegazione esauriente: ora si possono mangiare i prodotti degli orti nelle aree vicino alla discarica? “Certo, le piante non assorbono i gas. Per contrastate l’eventuale deposito di polveri, anche se nel caso dell’incendio alla discarica è stato di livello molto basso, occorre solamente lavare molto bene gli alimenti, magari con del bicarbonato. Gli ortaggi possono invece contaminarsi dalla radice ma non è questo il caso, nemmeno in caso di piogge nei prossimi giorni che potrebbero far filtrare le sostanze depositate”.
In conclusione, ha sottolineato Arpa Alessandria, “tutti i valori sono stati riscontrati al di sotto dei livelli di pericolosità, non c’è stato alcun pericolo immediato di esposizione acuta”.
“I social sono diventati anche un’occasione per far proliferare l’antipolitica“ ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Paolo Borasio “tutto ciò che è positivo viene visto con sospetto. Ho avuto modo di constatare una incredibile sfiducia in Arpa. C’è chi ha chiesto perché non abbia esplicita rilevazioni oltre i limiti e ipotizza un complotto per non divulgare i dati reali, chi addirittura ha accusato il Comune di aver dato fuoco ai rifiuti per non smaltirli, sul nostro sito un utente ci ha addirittura definiti “mafiosi”, lo denunceremo“.
L’incendio, ha aggiunto l’assessore, ha infatti peggiorato il bilancio della partecipata: “Ci saranno da sostenere i costi per la bonifica. Basti pensare che lo smaltimento di una tonnellata di cenere costa ben 200 euro, molto di più rispetto a una tonnellata di rifiuti indifferenziati, intorno ai 140 euro”.