Autore Redazione
venerdì
18 Aprile 2014
00:00
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Cronaca - Valenza

Barberis (Aov) sul ‘Made in’: "fondamentale occasione per Valenza"

Barberis (Aov) sul ‘Made in’: "fondamentale occasione per Valenza"

Con 485 si, 130 no e 27 astenuti il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, ha approvato nei giorni scorsi, in prima lettura la proposta di Regolamento sulla Sicurezza dei prodotti contenente l’articolo (art. 7) relativa all’obbligo dell’indicazione di origine, meglio noto come ‘Made in‘. Il percorso in realtà non si è esaurito visto che ora tutto passa al Consiglio, che dovrà trovare un accordo interno dopo il sì schiacciante di Strasburgo, contando però sul prossimo semestre europeo affidato all’Italia. Il ‘Made In’ è l’obbligo di etichettatura di origine per le merci che si muovono nell’Unione europea, sia per quelle prodotte nel Vecchio Continente, sia per quelle provenienti da Paesi extra Ue. “Un passo fondamentale – ha spiegato Confindustriase si vuole puntare sulla crescita e sul rilancio del manifatturiero, in Italia come in Europa“. La notizia coinvolge molti settori manifatturieri italiani e tra questi certamente spicca quello orafo. In provincia di Alessandria la buona novella riguarda soprattutto il distretto valenzano, particolarmente coinvolto in questo processo, come ha spiegato il Presidente dell’associazione orafa valenza, Francesco Barberis: “purtroppo questo provvedimento giunge in ritardo visto che la battaglia in sede europea risale al 2005 però è una novità di portata storica. Si sono mossi bene il tessuto delle associazioni e i nostri politici a Bruxelles. Hanno compreso che per noi questa era una priorità importante”.

Per Valenza il riconoscimento del ‘Made in’ è decisivo perché “genera un principio economico fondamentale. Il consumatore finale saprà in che Paese il prodotto è stato fatto. Valenza quindi potrà avere solo benefici da tutto questo. Ad esempio torneranno molti gruppi importanti come già sta accadendo perché per avere il ‘made in’ sarà necessario produrre i gioielli in Italia e quindi a Valenza. Nel medio periodo perciò ci sarà un ritorno a produrre a Valenza perché il ‘made in’ è una chance in più di vendita. Questo porterà probabilmente a un aumento dell’occupazione. Nel nostro distretto – ha spiegato ancora Barberis – ci sono ancora le competenze necessarie per sfruttare questa opportunità. Il made in Italy è una chance fondamentale perché il fascino italiano è una delle cose che fa vendere di più i prodotti. Se si arriverà alla fine di questo iter Valenza ne trarrà solo benefici”.

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