24 Settembre 2018
05:00
Tribunale: spazi insufficienti a far muovere la Giustizia
ALESSANDRIA- Infiltrazioni dal tetto, crepe nei muri, piastrelle che si staccano e, soprattutto, spazi “insufficienti”. Il Tribunale di Alessandria è inadeguato a contenere la mole di giudici, magistrati, avvocati e tutto il personale che fa muovere la Giustizia nell’Alessandrino. Soprattutto dall’accorpamento dei Tribunali di Acqui e Tortona e della sede distaccata di Novi Ligure si sta stretti, anzi, strettissimi.
Lo hanno raccontato tutti i soggetti che si muovono tra le aule del Palazzo di Giustizia alla delegazione del Consiglio Superiore della Magistratura, guidata dal vicepresidente Giovanni Legnini , che venerdì è arrivata ad Alessandria su iniziativa di Renato Balduzzi, anche lui membro del Csm e presidente dell’associazione Bachelet.
La situazione non è facile e chi si sposta tra le aule del Palazzo di Giustizia in corso Crimea ad Alessandria negli ultimi anni ha fronteggiato la riforma della geografia giudiziaria sfruttando “l’ingegno e la fantasia“. Finché è stato possibile si sono usati gli spazi del Tribunale di Acqui e anche i più stretti angoli dei magazzini per impilare faldoni di fascicoli. Alcuni giudici hanno iniziato a “coabitare” e accettato di condividere anche le scrivanie con i colleghi. Per tamponare la situazione il Comune di Alessandria ha messo a disposizione i locali della ex scuola in piazzetta Bini. Le tre stanze sono state un aiuto ma servono “più aule“ perché oggi un processo per direttissima obbliga a sospendere altre udienze.
Negli anni si è parlato di diversi progetti per risolvere i problemi di spazio del Tribunale. Dall’ampliamento del Palazzo di Giustizia attraverso i locali del vicino ex Consorzio Agrario fino alla Cittadella della Giustizia all’ex Caserma Valfrè. Chi lavora negli uffici e nelle aule in Corso Crimea non ha una soluzione preferita. “L’importante è che si prenda una decisione” e nel breve si realizzino interventi di manutenzione straordinaria dell’edificio in Corso Crimea, possibilmente semplificando anche l’iter burocratico che attualmente rallenta e complica ogni minima spesa superiore ai 5 mila euro.