1 Novembre 2018
01:05
Ad Alessandria “Campo d’onore” del cimitero risistemato
ALESSANDRIA – Il Fondo Ambientale italiano, Fai, in occasione del 4 Novembre, ha lavorato per onorare i caduti della Grande Guerra. I volontari, insieme alla Casa funeraria Bagliano di Alessandria, ai detenuti della Casa di reclusione San Michele, hanno infatti ripulito il Campo di Onore al cimitero di Alessandria e segnalato i medagliati. Una targa ora ricorda i militari caduti durante il primo conflitto e reca questa iscrizione:
“In questo comparto del cimitero giacciono i militari caduti durante la Prima guerra mondiale, provenivano dagli ospedali militari della città di Alessandria dove erano stati ricoverati dal fronte principalmente per febbre spagnola, ferite riportate in combattimento, avere respirato gas tossici durante assalti nemici. Giunsero da ogni regione italiana ed erano appartenenti a reparti di fanteria, artiglieria e bersaglieri. Gli italiani qui sepolti sono 874, due decorati con medaglia al valore militare, riconoscibili dal nastro tricolore apposto sulla loro lapide.
Si tratta di Andrea Barberis, nato a Saluggia (NO) il 12 aprile 1893, caporale maggiore del primo reggimento Artiglieria Pesante Campale matricola n. 36629. Deceduto per febbre spagnola il 25 ottobre 1918, decorato di medaglia d’argento al valore militare. Motivazione: Capo di un pezzo che durante la giornata d’azione veniva ripetutamente minacciato dal fuoco nemico, manteneva la propria bocca da fuoco in efficienza, incitando e rincuorando i serventi. Gravemente ferito, non lasciava il pezzo e se ne allontanava poi soltanto in seguito a ordine. Valle Lunga, 15 giugno 1918.
Francesco Spitoni, nato a Sefro (MC) il 23 settembre 1889 soldato del 12° Reggimento Fanteria matricola n.19546. Deceduto per ferite riportate in combattimento il primo agosto 1915. Decorato di medaglia di bronzo al valor militare. Motivazione: per ben tre volte, di notte, in terreno insidioso e sotto il fuoco di fucileria nemica, portava avvisi e ordini a reparti lontani riuscendo sempre nel difficile e pericoloso incarico. Rimasto ferito, non pronunziava un lamento, e si interessava soltanto della riuscita dell’azione, con parole da vero soldato. Podgora, 20–21 luglio 1915.
Sono presenti anche tombe di prigionieri austro-ungarici detenuti nella Cittadella di Alessandria e poi ricoverati negli ospedali militari per spagnola o ferite in combattimento. Totale dei caduti presenti i questo campo 1.033.”