5 Novembre 2018
05:00
Imprese piemontesi ancora non riescono ad “agganciare la ripresa”
PIEMONTE – Rimane sostanzialmente stabile il numero di imprese in Piemonte nel terzo trimestre di quest’anno. In base ai dati raccolti dalle Camere di Commercio piemontesi, nel periodo luglio-settembre sono nate 4317 aziende a fronte di 4106 le cessazioni. Il saldo è quindi risultato positivo per sole 211 unità, pari a un tasso di crescita del +0.05%, più basso rispetto a quello dello stesso periodo di un anno fa (+0,11%) e inferiore anche alla media nazionale (+0,20%).
A livello territoriale sono Novara e Asti ad avere registrato i tassi di crescita più alti (rispettivamente a +0,19% e +0,14%). Trend positivo, ma più contenuto, nell’Alessandrino (+0,03%). Unico segno meno quello del territorio biellese, dove il tasso di crescita delle imprese è rimasto negativo a -0,26%.
“Il Piemonte nel III trimestre continua a non brillare – ha sottolineato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte – Le imprese piemontesi non riescono a compiere quello scatto qualitativo e quantitativo che permetta all’intero sistema economico di agganciare la ripresa. Le aziende della nostra regione, per lo più piccole e poco strutturate, hanno bisogno di un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni regionali e nazionali e di politiche ad hoc più incisive e determinanti“.
Dall’analisi per classe di natura giuridica, si osserva come ancora una volta siano le società di capitale (+0,59%) a realizzare il risultato più brillante, seguite dalle altre forme (+0,06%). Le ditte individuali (-0,04%) e le società di persone (-0,16%) mostrano, invece, ancora una contrazione della propria base imprenditoriale.
Analizzando l’andamento del tessuto imprenditoriale regionale in base ai settori di attività economica, emerge un andamento positivo per turismo e altri Servizi (entrambi segnano un +0,33%), piatto l’andamento evidenziato da agricoltura e costruzioni (ambedue i settori registrano un -0,01%), negativi, invece, i tassi di crescita del commercio (-0,14%) e dell’industria in senso stretto (-0,17%).