3 Novembre 2018
15:19
MCM Autotrasporti nega responsabilità nel crollo del ponte Morandi
NOVI LIGURE – A causare il crollo del ponte Morandi del 14 agosto scorso potrebbe essere stata la caduta da un tir di una bobina di acciaio di 3,5 tonnellate. Ad avanzare questa ipotesi è stato Agostino Marioni, ingegnere ed ex presidente della società Alga che si occupò dei lavori di rinforzo della pila 11 del ponte nel 1993. Il tecnico è stato sentito come persona informata dei fatti in procura dal pm Massimo Terrile che indaga sul cedimento del viadotto ligure. “In un primo momento avevo pensato che la causa del crollo del Morandi fosse la corrosione degli stralli. Poi vedendo alcuni video ho iniziato a ipotizzare che a far collassare il viadotto potrebbe essere stata l’eventuale caduta del rotolo di acciaio trasportato dal camion passato pochi secondi prima“, ha spiegato come riporta l’Ansa.
Nonostante non sia stato ancora accertato se il camion abbia perso o meno quel carico, l’ingegnere ha sostenuto come “secondo i calcoli fatti, se il tir, che viaggiava a una velocità di circa 60 chilometri orari, avesse perso la bobina da 3,5 tonnellate avrebbe sprigionato una forza cinetica pari a una cannonata. Verificarlo è semplice: basta controllare se sulla bobina ci sono tracce di asfalto“. Marioni ha quindi puntato il dito su un colpevole ben preciso, ovvero la ditta MCM Autotrasporti di Novi Ligure. Che dal canto suo nega ogni coinvolgimento nel disastro del Morandi.
“La bobina era ancora sul semirimorchio, nel proprio alloggiamento, quando il tir è precipitato dal viadotto. Lo si capisce da come si è deformata e dallo stato del mezzo. Tutto è documentato dalle foto della polizia“, ha voluto precisare all’Ansa Silvio Mazzarello, uno dei titolari dell’azienda novese. Per poi passare al contrattacco: “Prima di esprimere pareri, sarebbe necessario approfondire meglio quanto accaduto“. Fatto sta che la mattina del 14 agosto sul Morandi c’erano due tir della MCM Autotrasporti, partiti dall’Ilva di Genova e diretti allo stabilimento di Novi Ligure. Il primo, transitato due minuti prima del crollo, è arrivato a destinazione; il secondo è stato risucchiato all’indietro dal cedimento. “Si sta facendo disinformazione, in 45 anni di attività non abbiamo mai avuto problemi“.