16 Novembre 2018
01:17
Sforamenti per smog: Alessandria già oltre il limite
ALESSANDRIA – Sono 11 le città già fuorilegge per aver superato il limite di 35 giorni all’anno di 50 micorgrammi di polveri fini per metro cubo. Tra queste c’è anche Alessandria, al quinto posto con 44 superamenti, dietro Lodi, Torino, Milano e Padova. Una delle cause principali dell’inquinamento atmosferico è il trasporto su strada ma a ruota seguono anche altre fonti come la produzione di energia, l’industria, l’agricoltura e il riscaldamento domestico.
Intanto le conseguenze dell’inquinamento risultano sempre più deleterie. Un nuovo studio coordinato dal Dipartimento di Medicina interna e Specialità mediche dell’università Sapienza di Roma ha rilevato che è un nuovo fattore di rischio per malattie autoimmuni fra cui l’artrite reumatoide. Il lavoro, pubblicato su ‘Cell Death & Disease’, ha dimostrato sperimentalmente il ruolo del particolato atmosferico nell’insorgenza di patologie autoimmuni come appunto l’artrite reumatoide.
Che i fattori ambientali possano contribuire alla patogenesi delle malattie autoimmuni, specialmente di quelle reumatologiche, è un concetto sostenuto da sempre più numerose evidenze scientifiche. Dimostrare il ruolo dell’inquinamento ambientale in tali patologie amplia lo spettro dei fattori di rischio, ma anche il campo di intervento e prevenzione. In questo contesto si inserisce la ricerca coordinata da Guido Valesini del Dipartimento di Medicina interna e Specialità mediche in collaborazione con Silvana Fiorito e i ricercatori dell’Istituto di Farmacologia traslazionale (Ift) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Lo studio ha approfondito il ruolo del particolato atmosferico proveniente dai gas di combustione dei motori diesel Euro 4 ed Euro 5, e ne ha valutato gli effetti sulla funzionalità e sulle caratteristiche biologiche delle cellule del tessuto bronchiale.
I risultati degli esperimenti hanno indicato come le nanoparticelle carboniose (uno dei principali componenti derivanti dalla combustione dei motori diesel) siano in grado di indurre autofagia (una forma di autodigestione) e morte per apoptosi (suicidio cellulare) delle cellule dell’epitelio bronchiale, con concomitante produzione di proteine citrullinate.
“È interessante sottolineare – commenta Valesini – come il particolato Euro 5 sia risultato potenzialmente più dannoso rispetto a quello proveniente dai motori diesel Euro 4. Questo fatto
dimostra che una riduzione della quantità delle emissioni di particolato non comporta automaticamente una riduzione degli effetti tossici”.
La citrullinazione è un processo naturale e fisiologico che rappresenta un modo per regolare la funzione delle proteine. Nei soggetti affetti da artrite reumatoide questo processo diventa tuttavia eccessivo e provoca un accumulo patologico di proteine citrullinate, le quali a loro volta evocano una risposta immunologica che causa la produzione di anticorpi diretti contro queste stesse proteine, determinando un attacco autoimmune contro i tessuti normali. L’aumento dei livelli di citrullinazione è già stato collegato a un aumentato rischio di insorgenza dell’artrite reumatoide, tanto che per diagnosticare questa condizione si ricorre a test che evidenziano gli anticorpi diretti contro le proteine citrullinate.
“Sulla base di questa nuova osservazione – spiega Valesini – si può ipotizzare che l’inquinamento atmosferico possa avere un ruolo non secondario, in soggetti predisposti e attraverso meccanismi complessi, nella patogenesi di alcune malattie immuno-mediate, come l’artrite reumatoide“. Il particolato rappresenta uno degli inquinanti a maggiore impatto ambientale nelle aree urbane e si attesta come un importante fattore di rischio per patologie infiammatorie croniche, concludono i ricercatori.