Autore Redazione
martedì
1 Luglio 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

‘I costi dell’amianto non considerati’: esposto alla Corte dei Conti per sospendere i lavori del Terzo Valico

‘I costi dell’amianto non considerati’: esposto alla Corte dei Conti per sospendere i lavori del Terzo Valico

Medici, biologi, ingegneri hanno chiesto di sospendere, in via precauzionale, i lavori del Terzo Valico ferroviario. La richiesta è contenuta in un esposto inviato alla Corte dei Conti di Piemonte, Liguria e Lazio, alla Procura della Repubblica di Genova e Alessandria e al dott. Guariniello e, per conoscenza, al Ministero di Giustizia. Nel documento il movimento No Tav e i sottoscrittori chiedono alle autorità di verificare che nei costi per l’opera siano contemplati anche quelli relativi alla gestione del rischio amianto.
“Il motivo principale dell’esposto – ha spiegato l’ingegnere Francesco De Milatoriguarda la realizzazione dell’opera per lotti costruttivi non funzionali. Con questa definizione, in base alla Finanziaria 2010, si dice che è possibile avere determinate risorse economiche per finanziare un lotto e questo può essere cantierizzato anche se non sarà funzionale. Ad esempio si può costruire una galleria in mezzo a un monte senza sbucare dall’altra parte. Prima occorreva che ogni lotto avesse una sua funzionalità e quindi poteva essere utilizzato per altre esigenze nel caso in cui l’opera non si concludesse. Questo è quanto ha portato all’avvio dei cantieri del Terzo Valico ed è stato possibile perché l’opera è stata quantificata in 6.200 milioni di euro. Il tetto massimo previsto dalla finanziaria per l’opera era di 10 miliardi. Quello che manca però è il costo relativo alla gestione dell’amianto. Se fosse stata considerata all’inizio la presenza di amianto, come doveva essere, crediamo non si sarebbero potuti realizzare i lotti non funzionali. Il timore è che ci sia un danno erariale perché nel momento in cui verrà trovato amianto saranno poche le soluzioni: interromperanno l’opera per i costi elevati di gestione dell’amianto oppure chiederanno fondi ulteriori per estrarre in sicurezza e speriamo non si verifichino invece ipotesi peggiori.”
Adesso il popolo No Tav reclama massima attenzione rispetto alle questioni legate all’amianto: “ora – ha spiegato ancora De Milato chiediamo di verificare i nostri dubbi. Le carte e gli studi fatti ci inducono a pensare che i costi dell’amianto non siano stati quantificati nel momento in cui occorreva farlo. Nel 2010, ad esempio. La presenza di amianto, pur nota, non venne considerata nella valutazione complessiva dei costi. Se ci sarà un riscontro rispetto ai nostri dubbi chiediamo una sospensione dei lavori per il principio di precauzione, a tutela dell’ambiente e delle persone. Inoltre chiediamo di valutare se l’opera può essere realizzata per lotti costruttivi non funzionali o se bisogna tornare al vecchio metodo e cioè avere un finanziamento completo dell’opera e quindi procedere con i lavori”.

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