8 Luglio 2014
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Il turismo punto strategico per il Piemonte: ‘crea valore e occupazione’
Il Piemonte “resiste con forza, continuando a produrre l’8,0% del Pil italiano e realizzando buone performance dell’export, ma ha ancora bisogno di aiuto”. Questa è una delle considerazioni di Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte, emersa durante la presentazione dei dati dell’Annuario Statistico Regionale ‘Piemonte in Cifre 2014’. I numeri hanno confermato lo stato di una regione in “forte affanno nel mercato del lavoro, un ambito che aspetta da tempo concrete politiche industriali per arrestare l’immobilismo del tessuto imprenditoriale regionale“. Ci sono però alcuni aspetti decisamente incoraggianti come il fronte turistico: “il turismo è un asset strategico, che concorre alla creazione di valore e di occupazione – ha spiegato Giovanni Foresti, economista del Servizio Studi di Intesa Sanpaolo. Il Piemonte, in particolare, sta mostrando interessanti segnali di dinamicità: grazie anche al traino dei Giochi Olimpici Invernali del 2006, è la regione italiana con il più alto tasso di crescita delle presenze di turisti nell’ultimo decennio (+46% tra il 2001 e il 2013). L’offerta è stata potenziata con la diffusione di nuove tipologie ricettive (affittacamere, agriturismo, B&B) e la riqualificazione degli esercizi“. Secondo Giovanni Foresti “una mirata politica di promozione, una crescente consapevolezza delle potenzialità del settore e una nuova cultura dell’accoglienza concorrono a creare un terreno fertile per valorizzare i progetti di crescita e d’investimento. E con Expo 2015 ormai alle porte, è un’opportunità irrinunciabile”.
Più nel dettaglio i numeri denotano un calo nell’occupazione raffrontando i primi tre mesi dell’anno rispetto ai primi tre del precedente (-0.8%). Nello stesso periodo sono aumentate del 9.7% le persone in cerca di prima occupazione. Come sempre buone notizie dall’export al +6.9%.
In termini più ampi nel 2013 in Piemonte sono nate 28.630 aziende mentre ne sono cessate 31.119 (al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è negativo per 2.489 unità. Il tasso di crescita è quindi pari al -0,54%, inferiore rispetto a quello del 2012 (-0,41%) e in controtendenza rispetto al dato nazionale (+0,21%). A controvertire questo andamento le imprese straniere, aumentate dell’1.2%.
Allargando lo spettro di confronto, tra il 2007 e il 2012, per Riccardo Masoero, responsabile Analisi Territoriali e Settoriali di Unicredit, “anche il sistema produttivo piemontese ha subìto una ristrutturazione, che ha riguardato in modi diversi Pmi (imprese con fatturato annuo compreso tra 0,5 e 250 milioni di euro) e grandi imprese (aziende con fatturatoannuo superiore ai 250 milioni di euro).
Contrariamente alle dinamiche nazionali, in Piemonte sono state le imprese di dimensioni
minori a tenere meglio in termini di numerosità, di fatturato e di solidità. È comunque interessante notare come l’incidenza di imprese più solide (quelle con i rating migliori) sia
cresciuta nonostante la crisi. Tra il 2008 e il 2012, in termini di nuovi investimenti, le aziende
più piccole hanno visto una diminuzione consistente, mentre tra le grandi imprese il fenomeno
è stato decisamente più contenuto”.
Focalizzando l’attenzione sulla provincia di Alessandria gli scenari prospettati segnalano una lieve ripresa dell’occupazione dall’anno prossimo (+0.4%). In forte aumento il dato riferito all’esportazione dei beni all’estero, dal 2.9% del 2014 al 6.2% del 2015 e al 5.2% del 2016. Di seguito la tabella riassuntiva epr la provincia: