Autore Redazione
martedì
27 Novembre 2018
07:22
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Cronaca - Novi Ligure

Pernigotti: congelata chiusura. “Primo obiettivo raggiunto ma strada ancora lunga”

Così come chiedevano sindacati e istituzioni, la proprietà farà richiesta di cassa integrazione per reindustrializzazione
Pernigotti: congelata chiusura. “Primo obiettivo raggiunto ma strada ancora lunga”

AGGIORNAMENTO – L’obiettivo “minimo” di lavoratori e sindacati è stato raggiunto. La strada per salvare la Pernigotti, però, “è ancora lunga”. Marco Malpassi, segretario Flai Cgil Alessandria che segue la vicenda dell’azienda dolciaria novese insieme ai colleghi di Fai Cisl Enzo Medicina e Tiziano Crocco di Uila Uil, è ovviamente soddisfatto dell’esito del confronto a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vice premier Luigi Di Maio e la famiglia Toksoz. L’impegno del gruppo turco a congelare l’annunciata procedura di chiusura dello storico stabilimento in viale della Rimembranza fino a fine anno e a inoltrare la richiesta di cassa integrazione per reindustrializzazione è “un primo passo nella giusta direzione”.

Il sindacalista della Cgil, però, rimane “cauto” in attesa di vedere l’impegno espresso a parole dalla proprietà della Pernigotti “messo nero su bianco”. Fino alla firma dell’accordo per la cassa integrazione proseguirà quindi il presidio dei lavoratori novesi che, come già annunciato, sabato 1° dicembre, dalle 15,30, sfileranno dai cancelli dello stabilimento fino a piazza Dellepiane. Nelle prossime settimane, ha aggiunto il segretario Flai Cgil, anche altre iniziative terranno accesi i riflettori sulla Pernigottiperché la vicenda è tutt’altro che conclusa”.

L’ammortizzatore sociale concede “tempo”, anche fino a tre anni, ma “non illudiamoci ha esortato il sindacalista. “Per salvare la storica azienda novese serve un soggetto industriale serio che voglia investire”. Proprio in questi ultimi giorni è emersa l’indiscrezione dell’interessamento della Sperlari. Il “no comment” arrivato dall’altro storico marchio dolciario italiano famoso per torroni e caramelle, per Malpassi ha forse voluto blindare “il contatto” tra la proprietà della Pernigotti e i tedeschi di Katies International, che dal 2017 hanno in mano la Sperlari. Conferme ufficiali al momento non ci sono e in ogni caso per il sindacalista della Cgil sarebbe comunque troppo presto per capire se quell’eventuale “contatto” abbia margini per trasformarsi in una reale trattativa. “Ironia della sorte, la Sperlari era della Pernigotti e a distanza di 30 anni potrebbe essere la Sperlari a salvare lo storica marchio novese”. Qualunque sia l’esito di eventuali trattative, ha aggiunto Malpassi, sarà però fondamentale mantenere la Pernigotti a Novi Ligure. “Il gianduiotto Pernigotti – ha concluso il segretario Flai Cgil – è un prodotto novese e deve rimanere nel novese”.

Dello stesso avviso, ovviamente, il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere. Anche per il primo cittadino l’esito dell’incontro a Palazzo Chigi “è un primo passo nella direzione indicata da istituzioni e sindacati”. Per Muliere è certamente “positiva” la disponibilità della proprietà a chiedere la cassa integrazione per ristrutturazione ma è fondamentale convocare “al più presto” un nuovo tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico.Dobbiamo capire chi sceglierà e poi chi sarà il terzo che avrà il compito di valutare l’azienda per aprire la strada alla vendita da parte della proprietà”. Una vendita, ha chiarito il sindaco, che deve riguardare “lo stabilimento e il marchio” che devono rimanere entrambi a Novi Ligure. Muliere ha quindi esortato ad accelerare l’incontro al Mise anche per arrivare alla firma dell’accordo per la cassa integrazione. “La nostra priorità è avere delle garanzie per i dipendenti della Pernigotti che sono in assemblea permanente, e quindi senza stipendio, da inizio novembre”.

Novi Ligure, ha quindi confermato Muliere, di certo non si fermerà al primo traguardo raggiunto e “adesso più come mai” dovrà dimostrare il suo attaccamento alla Pernigotti. “La manifestazione del 1° dicembre è importantissima e rinnovo l’invito a tutti cittadini a partecipare al corteo.

Invita a non abbassare la guardai anche il Capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro per cui “la sospensione della procedura di chiusura dello stabilimento di Novi Ligure annunciato ieri dalla proprietà turca dopo l’incontro con il Governo, rappresenta un atto fondamentale per poter continuare la battaglia per la difesa della Pernigotti e dei lavoratori dello stabilimento di Novi Ligure. Adesso si usino le settimane che ci dividono dal 31 dicembre 2018 per convincere l’attuale proprietà a compiere il passo in avanti decisivo: la vendita della Pernigotti a un imprenditore che intenda investire sullo stabilimento e sul marchio. È essenziale che prosegua l’unità dimostrata dai lavoratori, dai sindacati, dalle istituzioni e dalla politica: la via maestra per provare a salvare la Pernigotti”.

 

NOVI LIGURE – Prima buona notizia per i lavoratori della Pernigotti di Novi Ligure. Al termine del confronto con il Governo, la proprietà turca ha deciso di congelare l’annunciata chiusura dello stabilimento novese fino al 31 dicembre.

Come riportato in una nota del Governo, il gruppo turco nominerà un soggetto terzo che “verifichi, analizzi e valuti le opportunità produttiveper la reindustrializzazione della Pernigotti. Così come chiedevano sindacati e istituzioni, la proprietà farà quindi richiesta di cassa integrazione per reindustrializzazione. I lavoratori della Pernigotti avranno così un più lungo periodo di copertura dell’ammortizzatore, rispetto all’unico anno previsto dalla cassa integrazione per cessazione, scelta iniziale della proprietà.

Il lavoro svolto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal vice premier Luigi Di Maio – si legge nella nota – testimonia quanto l’attenzione del Governo sia focalizzata alla continuità produttiva e alla tutela dei lavoratori”.  Nei prossimi mesi, hanno aggiunto da Palazzo Chigi, l’Esecutivo lavorerà a una norma per vincolare in futuro i marchi storici italiani e le relative produzioni al territorio nel quale vengono realizzati: “un ulteriore passo verso la valorizzazione del made in Italy”.

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