Autore Redazione
sabato
2 Agosto 2014
00:00
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Cronaca - Alessandria

Sulla movida ora parlano i gestori dei locali: ‘basta con le polemiche che non aiutano la città’

Sulla movida ora parlano i gestori dei locali: ‘basta con le polemiche che non aiutano la città’

Le recenti discussioni e polemiche sulla ‘movida alessandrina’ non sono cadute nel vuoto e ora anche alcuni gestori di locali hanno deciso di dire la loro, probabilmente anche per far capire che la città, per il bene di tutti, dovrebbe cercare di unirsi e uscire così dal pessimismo in cui è precipitata. Questo è probabilmente il senso della lettera, inviata dal Bio Café, locale del centro storico alessandrino, che ha deciso di intervenire nel dibattito dopo che la questione Movida ha catturato l’attenzione mediatica, alimentando molteplici discussioni.

Tutto, lo ricordiamo, è connesso alla delibera della Giunta alessandrina che ha deciso di intervenire sulle modalità di rilascio delle autorizzaazioni comunali “in deroga ai valori limite di rumorosità per lo svolgimento presso esercizi pubblici o aperti al pubblico ed aree pubbliche di attività rumorose temporanee o stagionali”. Il provvedimento ha innescato molte discussioni e, dal Bio Cafè spiegano di aver ascoltato e letto tutti i pareri su questi temi “ognuno considera solo le proprie esigenze e ogni parere fine a se stesso esprime concetti del tutto rispettabili, ma credo che chi ha dato voce ai propri pensieri non considera la realtà nei suo insieme: abitiamo e lavoriamo tutti nella stessa città! Invece di rispettarci e tollerarci come è possibile fare, non facciamo altro che crearci problemi vicendevolmente, creando così problemi a questa città. 

Credo che l’amministrazione di palazzo Rosso abbia cercato di fare questo deliberando delie linee guida che regolano le serate in musica che, con tanta fatica, si cerca di organizzare per offrire una serata piacevole a vantaggio di chi decide di restare o di chi arriva in città, sempre nel rispetto di tutti, cercando di creare anche una capacità attrattiva verso il nostro territorio, perché è dimostrato che arrivano persone da fuori specialmente quando si propone loro qualcosa da vedere/fare . E’ ovvio che nessuno ha voglia di visitare o di passeggiare semplicemente in una città deserta, con locali chiusi e musi lunghi.
Vorremmo specificare (visto che siamo soggetti direttamente coinvolti) che queste linee guida in realtà impongono di rispettare un certo numero di serate e quando un’attività richiede, per il periodo estivo, perché ha il contesto per poterlo fare, di poter organizzare nel fine settimana, al di fuori delle feste popolari, a proprie spese (che vi assicuro sono piuttosto rilevanti) si deve adeguare a una normativa ben precisa. Infatti tali linee prevedono l’obbligo di affidarsi a un tecnico competente, il quale rilascia una relazione con dati rilevati da strumentazioni abilitate e se ne assume, assieme al titolare del locate, la piena responsabilità. Spetterà successivamente all’Arpa verificare se è stata rispettata la normativa prescritta. Quindi, contrariamente all’interpretazione di molti, abbiamo regole che tutelano non solo l’attività musicale ma i cittadini tutti (orari, calendarizzazione e controlli). Pertanto, queste famose deroghe di cui si parta in realtà permettono una più veloce procedura relativamente all’attività da svolgersi ma anche maggiore tutela e garanzia della stessa.
Del resto richiediamo la deroga dall’orario dell’aperitivo al massimo fino alle ore 24, in una serata del fine settimana, tra venerdì e/o sabato dove fino a quell’ora le famiglie e i giovani hanno piacere di trattenersi per restare seduti a conversare, ascoltare musica e, perché no, fare 2 salti in compagnia, bevendo qualcosa a un tavolino del centro, pensando che possa essere tollerato. Invece no!
Ancora oggi, anche in occasione della notte bianca (centauri) sono stati chiamati e mandati i vigili alìe ore 21,40 con nostro grande rammarico, dopo il lavorare di tutto il dì per preparare un’occasione diversa a beneficio di chi ha piacere di trascorrere la serata in Alessandria.
Che dire……”

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