Autore Redazione
martedì
5 Agosto 2014
00:00
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Cronaca

La lettera dei sindaci per revocare la laurea honoris causa a Schmidheiny ripresa dal giornale di New Haven

La lettera dei sindaci per revocare la laurea honoris causa a Schmidheiny ripresa dal giornale di New Haven

Porta le firme dei 35 sindaci del Comuni  italiani costituitisi parte civile al processo di Torino e inclusi nel Sito di Interesse Nazionale di Casale Monferrato la lettera recapitata al presidente di Yale, Peter Salovey e recentemente ripresa dal ‘New Haven Register’, giornale della città del Connecticut  dove ha sede la prestigiosa università statunitense.  

Sposata l’iniziativa partita dal primo cittadino di Casale Titti Palazzetti e dal vice sindaco Cristina Fava, dopo l’incontro in Comune  con  Barry Castleman, perito dell’Afeva nel processo Eternit e uno dei massimi esperti di amianto, i sindaci hanno formalmente sollecitato la revoca della laurea honoris causa conferita nel 1996 a Stephan Schmidheiny. Un segno “di onore e apprezzamento inaccettabile” alla luce delle oltre 2 mila vittime della fibra killer, delle condanne italiane per la vicenda Eternit e del Tribunale del New Jersey per le aziende Becon e Anova, sempre di Schmidheiny, che fornivano amianto alla Johns Manville senza indicarne i rischi e la pericolosità per la salute.

“È impensabile che un’Università del prestigio di Yale possa annoverare tra le proprie lauree ad honorem quella di un criminale – hanno ricordato il sindaco Palazzetti e il vice sindaco Fava – Come città e come territorio colpiti nel profondo dall’amianto, ci sembra doveroso che si faccia giustizia: abbiamo dimostrato, tutti insieme, di poterla ottenere e di come si possa lavorare concretamente per la bonifica e per una ricerca scientifica che possa dare speranza. Ora chiediamo che un criminale sia trattato come tale”.

La lettera segue la petizione sottoscritta da più di 50 laureati di Yale, tra cui alcuni leader nella ricerca sulle morti per amianto: “Ringraziamo ancora sentitamente Barry Castleman per l’impegno profuso – hanno concluso Titti Palazzetti e Cristina Fava – e vorremmo sottolineare come l’articolo pubblicato a New Haven sia un primo traguardo: la sensibilizzazione dell’opinione pubblica statunitense è molto importante, perché i danni causati dall’amianto devono essere al centro del dibattito mondiale, partendo dalla consapevolezza del crimine commesso da Schmidheiny”.

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