Autore Redazione
domenica
20 Gennaio 2019
10:37
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Cronaca - Eventi - Alessandria

Non solo commedia all’italiana. Recensione di “A volte capita” al Teatro Ambra

Non solo commedia all’italiana. Recensione di “A volte capita” al Teatro Ambra

ALESSANDRIA – Inizia come una commedia all’italiana, “A volte capita”, e prosegue con uno spaccato un po’ farsesco dei punti deboli, ma anche forti, della famiglia tradizionale.

Questo il nuovo spettacolo di Eleonora Bombino che “I Mancini del Quarto”, compagnia nuova, ma forte di attori di esperienza diretti da Marco Zanutto, hanno presentato sabato 19 gennaio, al Teatro Ambra, per la rassegna Ambra Brama di Teatro, di fronte ad un pubblico numeroso ed evidentemente divertito. La dinamica è quella della riunione familiare, dei luoghi comuni, del buonismo illuminato e della vena di ipocrisia latente anche nella buona fede. Emergono tipologie comuni come quella dell’irriducibile donnaiolo e vecchie ruggini giovanili mai risolte, in una rete di relazioni in cui si intrecciano vena comica e situazioni ricorrenti nelle pièce brillanti nostrane. Sino a qui il testo è rassicurante, la regia asseconda un ritmo prevedibile e il registro è bonario.

Al culmine della riunione conviviale, Donatella /Giuliana Russo annuncia a sorpresa il matrimonio della figlia Valentina/Giada Dovico e soprattutto con chi Valentina si sposerà. Questo è il punto di rottura delle convenzioni su cui si reggono la sicurezza del padre/Marco Zanutto, del tutto impreparato alla notizia, e la tranquillità familiare, ma è anche il punto di svolta della pièce. La traccia comica diventa più intrigante, mentre le rivelazioni si susseguono e i protagonisti mostrano personalità più complesse, quasi uscissero dallo stereotipo per infine rivelarsi. Le liti si ricompongono e nascono complicità che strappano la risata, ma anche dialoghi che rivelano segreti ben celati. Esilarante l’intesa tra i due cognati (Massimo Novelli e Maurizio Novelli, persino sincronizzati nei movimenti) e centrale e ottimo per ritmo e testo il dialogo rivelatore tra la cognata Livia/Eleonora Bombino e Leonardo/Zanutto. Impossibile non citare il cameo di Maurizio Pellegrino, qui marito della cameriera rumena/Claudia Oprisor. La dicotomia tra le sue dichiarazioni maschiliste politicamente scorrette e il suo reale atteggiamento sottomesso è imperdibile. Sarà un flashback, sospeso nel tempo e inondato da un’illuminazione rosso sangue, a ricucire il passato di un dialogo tra padre e figlia alla consapevolezza del presente. Il preconcetto si scioglie alla luce della verità e dell’amore in un momento alto, ben sostenuto da Giada Dovico, che dà senso al finale e ai rapporti umani e familiari, altrimenti privi di anima.

La pièce trova la sua originalità soprattutto nella seconda parte, nel registro che ben coniuga filo comico, complessità dei rapporti umani e vivere sociale. Generosa l’interpretazione di tutto il cast intorno ad un Marco Zanutto che dà perfetta credibilità alla sicurezza, alla destabilizzazione e al recupero infine del valore genitoriale. E’ una commedia e tutto finisce bene, lasciando l’impronta di punte comiche e liriche, come in ogni lavoro significativo che lascia traccia di sé.

La stagione Ambra Brama di Teatro è realizzata grazie al contributo di ALEGAS e continua sabato 2 febbraio con i “Cani da Compagnia” diretti da Maurizio Pellegrino ne “Le serve” di Jean Genet.

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