11 Febbraio 2019
21:30
Anche un pentito di mafia nella banda del tentato colpo alle Poste di Casale
CASALE MONFERRATO – Hanno “pagine e pagine” di precedenti tre delle quattro persone arrestate lunedì mattina dalla Polizia per la tentata rapina aggravata alla sede delle poste in piazza Battisti a Casale Monferrato.
L’uomo dal maggiore spessore criminale è Vincenzo Pavia, un ex collaboratore di giustizia di 62 anni residente in provincia di Asti, in passato legato alla famiglia ‘ndranghetista Belfiore. Macchiato anche dal sangue di omicidi, Pavia è un professionista delle rapine che nell’ultimo periodo aveva mostrato un particolare interesse per la città monferrina. Già monitorato dalla Squadra Mobile di Torino, l’uomo è così finito anche nel mirino dei poliziotti del Commissariato di Polizia di Casale, sotto la guida di Carmine Bagno. Per diversi giorni gli investigatori hanno seguito con discrezione i continui spostamenti di Vincenzo Pavia e dei complici: Pier Giuseppe Flematti di 65 anni,e Antonio Defeudis, ammanettato proprio il giorno del suo 59° compleanno.
Ormai chiare le intenzioni della banda, la Polizia poco prima delle 8 del mattino di lunedì 11 febbraio ha fatto scattare il blitz. In tutto 16 poliziotti, tra uomini della Mobile di Torino e di Alessandria e del Commissariato di Casale, hanno accerchiato i tre rapinatori e la loro complice Alessandra Borgna, unica donna della banda e anche la sola incensurata fino a lunedì mattina. Era proprio la 41enne al volante di uno dei due mezzi partiti prima dell’alba da Torino per raggiungere Casale. Il suo compito era di rimanere nel furgone lasciato parcheggiato alle spalle della stazione. C’era invece Vincenzo Pavia alla guida della Panda arrivata fino in piazza Battisti.
Sceso dalla vettura Pavia insieme a Defeudis ha alzato il colletto della giacche fino al naso e abbassato un cappellino sulla testa. I due si sono poi diretti verso l’entrata posteriore delle Poste mentre “il palo” Flematti controllava la situazione da un vicino incrocio. Pronti ad aggredire la direttrice dell’ufficio postale, i due rapinatori si sono ritrovati addosso la Polizia che, contemporaneamente, ha bloccato anche i due complici rimasti a distanza. Fatte scattare le manette ai polsi dei quattro, la Polizia ha sequestrato una pistola caricata con sei colpi e pronta per essere usata per la rapina. Sono finiti nel “bottino” dei poliziotti anche la targa della Panda che la banda aveva sostituito con quella di una Punto per non far intercettare la vettura rubata e le pettorine catarifrangenti che i quattro avevano forse pensato di usare per allontanarsi da Casale spacciandosi per operai.