14 Febbraio 2019
05:00
L’ex prof Penotti: “scuola da cambiare ma non un carcere come canta Silvestri”
ALESSANDRIA – Per 33 anni ha insegnato italiano e storia. Al suono della prima campanella, a settembre 2017, Giorgio Penotti ha lasciato vuota la cattedra al Saluzzo di Alessandria. “Il prof” si è licenziato a sette anni dalla pensione perché “demotivato dall’istituzione scolastica”.
Fino al 2007 era stato “un professore felice”, ha raccontato, poi la passione si è progressivamente spenta. Dopo cinque anni “come un pesce fuor d’acqua” nel 2017 ha preferito alimentare l’unico fuoco rimasto sempre vivo in lui: la musica, in particolare quella jazz.
Oggi musicista a tempo pieno, Giorgio Penotti continua a non sentirsi “in sintonia” con l’istituzione scolastica ma la scuola tratteggiata nei primi versi della canzone “Argentovivo” presentata a Sanremo da Daniele Silvestri non è piaciuta all’ex insegnante.
Il cantautore romano ha dato voce a un “bambino che non stava mai fermo” e che si sente “ingabbiato” a scuola e tra le quattro mura di casa. In quelle strofe premiate dalla critica di Sanremo, Silvestri canta “il rancore” di quel bambino “messo da solo davanti a uno schermo” e diventato un ragazzo di 16 anni che ora apprezza, o non può che apprezzare, “solo il mondo virtuale“.
Parole che certamente fanno riflettere un pubblico adulto ma che nelle orecchie dei ragazzi, secondo Penotti, rischiano di alimentare l’idea di scuola “come luogo di oppressione”. “La scuola ha tanti problemi ma di certo non è un carcere. Secondo me è diventata l’esatto opposto, è il paese dei balocchi, dove ognuno fa quello che vuole senza affrontarne le conseguenze”.
La scuola, per Penotti, negli anni sarebbe infatti “involuta” verso un “modello aziendale”che spinge i vari istituti alla “caccia agli iscritti”. Una “competizione” che trasforma gli studenti e le loro famiglie in “utenza”, anzi “in clienti”. “E si sa che nella logica commerciale il cliente ha sempre ragione”. Proprio questa trasformazione avrebbe contribuito a far “crollare il prestigio sociale e il ruolo dell’insegnante”, anche agli occhi dei dirigenti scolastici. “Ormai è persino diventato un luogo comune dire che trent’anni fa erano i ragazzi ad essere rimproverati per un brutto voto e oggi, invece, sono gli insegnanti a subire rimostranze per una insufficienza”.
La scuola secondo l’ex prof va “rivoltata come un calzino“ seguendo una strategia “a lungo termine” e non con una riforma ogni anno ma “va difesa”. “Oggi sparare contro la scuola è come sparare contro la Croce Rossa perché gli insegnanti non hanno armi per difendersi”. Penotti, come ex insegnante è “perplesso” dal testo di Silvestri ma da musicista è anche meno clemente con la “classe” di Sanremo 2019. Sul registro dell’ex prof nessuno avrebbe raggiunto la sufficienza. “Ho fatto fatica a trovare qualcosa di mio gusto, ma mi rendo conto di essere fuori dal target del Festival, che punta sempre più ai giovani“.