Autore Redazione
venerdì
22 Febbraio 2019
06:15
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Cronaca - Eventi - Piemonte

“Il mercante di monologhi” e il suo carretto alla Mezza Stagione

Intervista al giullare contemporaneo Matthias Martelli, in scena, sabato 23 febbraio, al Teatro Municipale di Costigliole D’Asti
“Il mercante di monologhi” e il suo carretto alla Mezza Stagione

COSTIGLIOLE D’ASTI – Una sintesi di tradizione giullaresca e modernità, sicuramente un teatro che diverte e fa satira, quello di Matthias Martelli, in scena ne “Il mercante di Monologhi”, di cui è anche autore, sabato 23 febbraio, alla Mezza Stagione del Teatro Municipale di Costigliole, organizzata e diretta dal Teatro degli Acerbi.  Formatosi alla Performing Arts University di Torino e poi con maestri come Dario Fo e Eugenio Allegri, Martelli traduce nel suo teatro la scommessa di attingere al passato per essere profondamente contemporaneo. Il suo “Mercante di monologhi”, prodotto dal Teatro della Caduta,  ha riempito piazze e teatri in tutta Italia e guadagnato premi prestigiosi (uno per tutti il premio Alberto Sordi nel 2014). Martelli, come un moderno giullare, affiancato dal maestro Matteo Castellan e diretto da Domenico Lannuti, vende i monologhi del titolo, dando vita ad una carrellata di personaggi che molto hanno a che vedere con l’oggi.

Matthias Martelli, chi sono i protagonisti dei monologhi del mercante?

Lo spettacolo ha come scenografia un carretto di legno carico di vestiti che rappresenta la tradizione girovaga, un po’ quella  dei giullari della commedia dell’arte, quella di Dario  Fo. Ogni vestito rappresenta un personaggio diverso. C’è per esempio un politico in un pezzo di parodia della retorica politica scritto nel 2013, che ancora funziona, nonostante i governi che si sono da allora succeduti. Ci sono un docente universitario, un poeta e poi c’è Don Iphone, un prete delle nuove tecnologie che è una critica all’eccessivo uso dei social e del web. Ci sono anche pezzi poetici; uno di questi sulla lentezza vedo che oggi colpisce molto per questa idea di ritornare ad un ritmo più lento. Tutto ciò è accompagnato dalla musica del maestro Castellan alla fisarmonica e al piano.

Il carretto fa pensare al Carro di Tespi della commedia dell’arte

L’idea è riportare il teatro popolare giullaresco che usa il linguaggio del corpo e la mimica in modo molto forte come faceva Fo. E’ sicuramente partita dal carretto per essere poi trasportata su un piano di modernità.

In cosa emerge la modernità?

Emerge nei temi che sono della contemporaneità: la parodia sulle nuove tecnologie, sulla politica di oggi. Ogni volta i pezzi sono aggiornati proprio sulle novità di questi argomenti. Anche un tema come la lentezza, che è universale e trattato dai romani e dai greci, è ancora oggi attuale. La scommessa è mettere la novità dentro uno stile  antico di teatro.

Non si può parlare di teatro popolare senza pensare a Dario Fo

Dario è stato il motivo per cui ho fatto teatro, da quando i miei genitori mi fecero vedere “Mistero buffo” (Martelli è stato anche diretto da Eugenio Allegri in un allestimento della giullarata approvato dallo stesso Fo). In seguito mi sono laureato in storia e ho intrapreso il percorso universitario, per infine ritornare al teatro. La storia incredibile che ho con Fo risale a quando facevo la scuola di teatro e dovevo fare uno spettacolo su di lui. Gli mandai una lettera cui mi risposero che il maestro voleva il mio numero. Arrivò a me, studente di teatro, una telefonata del premio Nobel, che mi disse anche di salvare il suo numero, semplicemente perché gli avevo mandato una lettera per incontrarlo perché volevo scrivere uno spettacolo su di lui. Proprio come se un bambino chiamasse Superman. Telefonarmi e invitarmi a casa sua per parlarmi della sua vita è stata una grandissima lezione non solo di teatro, ma di umiltà. Vuol dire che per lui i valori erano veramente altri.

Lo spettacolo è cambiato nel tempo?

Sono cambiate delle cose. Per esempio abbiamo iniziato cantando l’alleluia all’Iphone 6 e ora siamo arrivati all’Iphone 10, sono cambiati alcuni riferimenti alle notizie politiche. Anche questo fa parte dello stile giullaresco e della commedia dell’arte.

Il pubblico è coinvolto?

Totalmente coinvolto fin da subito. Chiamo gli spettatori, li invito a reagire e rispondere. La tradizione teatrale rompe la quarta parete e la gente è proprio dentro.

La Mezza Stagione è realizzata dal Comune di Costigliole d’Asti e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo e con il fondamentale contributo delle Fondazioni CRAsti e CRT e di importanti sponsor locali.

A seguire dopoteatro nella Cantina dei Vini sottostante il teatro.

Il biglietto singolo costa € 12,00 intero – € 10,00 ridotto

Possibilità di prenotazione telefonica al 3392532921.  Info su www.teatrodegliacerbi.it e su facebook teatro.degli.acerbi.

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