8 Marzo 2019
05:00
Il Vice Questore della Polizia Schilirò: contro la violenza serve la “cultura dell’amore”
ALESSANDRIA – La violenza inizia “quando mancano le parole“ e non si presta attenzione, o non si comprende, il peso delle frasi che si pronunciano. Il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato Nunzia Alessandra Schilirò ha dedicato le prime pagine del suo libro “Soli nella notte dell’anima” proprio “all’uso attento delle parole” nei casi di violenza.
Chi è vittima di abusi fisici e psicologici, donna, bambino e anche uomo non è una persona “fragile” o “debole“. Questi due termini, infatti, non descrivono l’anima lacerata dallo “stillicidio straziante dei maltrattamenti” o “annientata” da uno stupro. “Fragile” e “debole” sono due parole che “giudicano” e che rischiano affossare ancora di più una vittima. Per quattro anni a capo della Squadra Mobile di Roma, che si occupa di reati sessuali contro le donne, i bambini e le fasce vulnerabili, il Vice Questore Aggiunto ha incontrato molte “persone vulnerabili” chi si sono esposte per amore e che hanno subito crimini che le hanno defraudate della loro vita. Nunzia Alessandra Schilirò le ha affiancate da poliziotto e poi, senza mai togliere la divisa, ha impugnato la penna per scrivere le parole che hanno aiutato, e che possono aiutare, le vittime di abusi e violenze.
Nunzia Alessandra Schilirò è un poliziotto che forse non ti aspetti. “Che ci azzecca questa con la Polizia di Stato?” si era chiesto il Questore Michele Morelli la prima volta che l’aveva incontrata quando lui era Capo di Gabinetto delle Questura di Venezia. Morelli, forse anche lui uno “scavatore di pentole e di anime” come si definisce Schilirò nel libro, ha “grattato la superficie” e così è nata la stima professionale che giovedì 7 marzo ha portato il Vice Questore Aggiunto alla Scuola di Polizia di Alessandria. Una conferenza/intervista in occasione della Giornata Internazionale della donna per “allargare gli orizzonti” su reati che “non sono come tutti gli altri” perché “intrecciati” ai sentimenti. La violenza “non è amore“ ma, in base all’esperienza del Vice Questore, è “l’amore” che la vittima continua a provare nei confronti del suo carnefice “il primo ostacolo alla denuncia”. Per non essere sconfitti dalla violenza allora non si possono ignorare o negare quei sentimenti complessi e dolorosi se si vuole rompere il silenzio in cui le vittime nascondono le violenze e “la vergogna”, che spesso affonda le radici nella paura del giudizio sociale.
Per arrestare la violenza secondo il Vice Questore serve “un cambiamento” nella vita delle vittime e anche nel modo di affrontare questi reati. “Numeri e norme” non bastano perché per Nunzia Alessandra Schilirò bisogna tenere in equilibrio “ragione e sentimento” e diffondere “la cultura dell’amore“.
E se non riuscite a capire se quello che state vivendo non è amore allora, come consiglia Nunzia Alessandra Schilirò, chiedevi se il vostro è un amore “senza”. “Perché un amore senza carezze, senza baci, senza alternative, senza passione e senza gioia che amore è?”. “E anche se parlare con un’amica non cancella le sofferenze” e “anche se la denuncia non è garanzia di una giusta punizione” parlare e denunciare sono comunque “il primo passo per far cessare gli abusi”.