Autore Redazione
venerdì
19 Settembre 2014
00:06
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Cronaca - Alessandria

Protezione e assistenza: la Casa Amica al presidio Borsalino ora è realtà

Protezione e assistenza: la Casa Amica al presidio Borsalino ora è realtà

Tre anni dopo l’avvio del progetto e il sogno è diventato realtà. La casa per agevolare le persone che dovrebbero essere dimesse dal presidio Borsalino di Alessandria è pronta grazie alla Fondazione Uspidalet ONLUS presieduta da Alla Kouchnerova, che in questi anni ha lavorato per individuare fondi e professionisti che potessero concretizzare il progetto. Un ambiente amico e non ostile – da qui il nome Casa Amica tanto caro ai professionisti del Borsalino diretti dal dr. Salvatore Petrozzino, direttore del Dipartimento Riabilitativo dell’Azienda Ospedaliera Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria – che consentono alle persone ricoverate dopo una lunga ospedalizzazione la possibilità trovare un luogo confortevole che possa aiutarli a ritrovare una nuova e buona qualità di vita dopo un periodo passato in ospedale. 

Si tratta del primo esempio di casa pre-dimissioni costruita sulle esigenze delle persone con disabilità cognitiva e comportamentale. La tecnologia è accessibile, ha un prezzo etico, è replicabile in ogni casa e innesca un percorso educativo per il disabile e la sua famiglia, cambiando l’approccio mentale nei confronti della disabilità. Casa amica offre ai suoi ospiti protezione e assistenza grazie a uno studio degli arredi, grazie a dispositivi che facilitano la gestione dell’ambiente domestico (luce, temperatura, elettrodomestici, apertura porte e finestre) e, soprattutto, grazie a un sistema fatto di sensori, telecamere e attuatori che consente alla persona di essere stimolata e guidata nello svolgimento delle attività quotidiane, che individua e segnala comportamenti potenzialmente pericolosi o anomali e che rende possibile la sorveglianza a distanza.

Il direttore generale Nicola Giorgione esprime la massima soddisfazione: “Quando abbiamo avviato la Fondazione nel 2009 speravamo di poter dare risposte di salute poiché le risorse erano sempre più scarse. Oggi ci troviamo di fronte ad un progetto innovativo ed ambizioso per il quale possiamo ringraziare la determinazione della Presidente e la costanza del direttore operativo che hanno creduto al sogno di Petrozzino, lo hanno fatto loro e come in tutti i progetti, hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo andando avanti e coinvolgendo veramente tantissime persone. Alla Fondazione va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza”.

Alla Kouchnerova, Presidente Fondazione Uspidalet: “Sono trascorsi tre anni dall’approvazione di questo progetto, nel corso dei quali abbiamo molto lavorato per trasformare l’idea del dottor Petrozzino in un progetto concreto, con tutte le difficoltà che vengono quando si affronta una strada che nessuno aveva ancora percorso. Abbiamo coinvolto molte eccellenze, dagli specialisti della domotica, ai costruttori di arredi, studi professionali, centri di progettazione, grandi sponsor come la RAI, la Fondazione CR Torino, l’Impresa Tre Colli. Un grande ringraziamento a tutti loro. Oggi con la presentazione dell’appartamento domotico, viene raggiunto un primo fondamentale traguardo. Disponiamo di una struttura ad elevatissima tecnologia, di assoluta importanza a livello europeo, in cui si potrà sviluppare il programma di ricerca scientifica e bio-medica che è il cuore del progetto Casa Amica e da cui ci attendiamo tante nuove scoperte per migliorare la qualità della vita delle persone con diverse abilità. Quindi oggi è solo una tappa in un cammino che continueremo, con ferma determinazione”.

“Il progetto Casa Amica ha l’obiettivo di migliorare l’inclusione socio-familiare delle persone disabili” ha detto il dottor Salvatore Petrozzino “la sua peculiarità, rispetto a molte altre realizzazione di appartamenti domotici, è quella di non prendersi cura soltanto delle persone con disabilità motoria, ma anche e direi, finalmente, anche delle persone con disturbi cognitivo – comportamentali. E’ questa la novità sullo scenario nazionale. Sistemi domotici si ritrovano ormai anche nelle abitazioni comuni, cosi come sono comuni le possibilità di controllo remoto. Quello che ancora manca è la possibilità per una persona con disturbi cognitivi di vivere in modo sicuro al proprio domicilio senza dover essere necessariamente accudita per tutta la giornata. Questo è uno dei limiti che le famiglie pongono per riaccogliere a domicilio la persona cara. E, con la Casa Amica, noi speriamo di riuscire a modificarlo”.

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